L’addio a Viola, l’amore infranto e la Rivoluzione tra gli alberi terza puntata Il Barone Rampante di Italo Calvino illustrato da Rosanna Pasero durante la quarantena
Il Barone Rampante, di Italo Calvino, uno dei classici della letteratura italiana, prosegue questa settimana nelle tavole di Rosanna Pasero (e nelle “cartoline” di Eleonora Moretti), realizzate nel corso della lettura del romanzo da parte dell’attore Lino Guanciale durante la quarantena sanitaria dei mesi scorsi.
La scorsa settimana ci eravamo lasciati con l’incontro tra Cosimo, il “barone rampante” e Viola, la bella ragazza che un giovanissimo protagonista aveva conosciuto nel cortile dei vicini quando aveva deciso di salire sugli alberi per protesta contro la sorella.
Un incontro che ha fatto sbocciare l’amore tra i due i quali, nella parte centrale del libro di Italo Calvino, riescono finalmente a dar seguito al loro sentimento.
Ad accompagnarli c’è Ottimo Massimo, il bassotto che segue Cosimo nelle sue avventure tra i boschi, ma che in realtà non è nient’altro che il cane di Viola, e il suo vero nome è Turcaret.
Cosimo e Viola si frequentano e si incontrano sugli alberi (da cui ormai Cosimo non scende da anni).
Ma Viola è donna nobile, e segue la famiglia nei suoi viaggi in Italia e in Europa. La sua bellezza non passa inosservata a tanti cavalieri e uomini d’onore. Cosimo è geloso, anche se Viola torna sempre da lui. Ma alla fine il suo barone rampante non riesce a dare alla sua amata la vita che lei desidera, e Viola si fidanza con un lord inglese, partendo per Calcutta. E’ l’ultima volta che Cosimo la vede. Lei, sognante, nel suo grande parco della villa in India, alla fine rimpiangerà Cosimo e osserverà con malinconia gli alberi del nuovo giardino, aspettando che tra le fronde possa comparire un nuovo barone rampante.
L’amore infranto porterà Cosimo a chiudersi in se stesso, ad allontanarsi sempre di più dal mondo reale: si vestirà di piume d’uccello, scomparirà per giorni e settimane in mezzo ai boschi più fitti, ucciderà i lupi che, nel frattempo, imperversavano nelle terre sempre più fragili per la situazione politica che andava delineandosi. In questa parte del libro il romanzo fantastico incontra la Grande Storia, quella della Rivoluzione Francese e quella di Napoleone.
Cosimo entra nella Massoneria e smaschera don Suplicio, il prete gesuita del gruppo di spagnoli esuli. In duello riesce a sconfiggerlo.
Imitando la Rivoluzione francese, Cosimo propone di scrivere anche a Ombrosa i “quaderni di doglianza” che però non hanno alcun seguito. È autunno, e durante la vendemmia la Rivoluzione arriva anche a Ombrosa: è proprio Cosimo a proporre di non pagare più i tributi e fondare una “municipalitè”. Sono gli animali del bosco a resistere alle truppe austrosarde. Ma poi tutto si esaurirà in poco tempo. Come in Francia, anche a Ombrosa la rivoluzione si spegne. E il passaggio di Napoleone tra i boschi del paese, e il fugace incontro con Cosimo, ne segnano il definitivo ritorno al passato.