Stati Generali, propaganda in passerella
Egregio direttore,
gli “Stati generali” sull’economia sono una inutile passerella propagandistica del governo Conte. I cuneesi sanno che con l’articolo 99 della Costituzione esiste il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel), “organismo di consulenza delle Camere e del governo che può contribuire alla legislazione economica e sociale”?
E’ un organismo di ispirazione corporativa che comprende tutte le categorie in rappresentanza del mondo della produzione, del lavoro e del sindacato. E’ insediato dal 1958; è presieduto dall’ex ministro del lavoro Tiziano Treu, e ne fa parte anche il cuneese prof. Beppe Ghisolfi, qualificato rappresentante del settore bancario.
Nel 2016, con un referendum, l’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi voleva abolirlo, anziché magari renderlo a tutti gli effetti operativo ed esecutivo sostituendolo al Senato, doppione della Camera. Pensate che anche Treu si schierò con Renzi per l’abolizione del Cnel, ma tant’è che questo personaggio - cose che possono accadere solo in Italia - è stato confermato alla sua presidenza, malgrado sia il primo a non crederci.
Perché il governo e il parlamento non interpellano il Cnel in questo momento cruciale? Per non riconoscere sostanzialmente uno scomodo e competente intruso?
Invece, gli Stati generali saranno una parata accademica e molto costosa per le casse dello Stato (vi parteciperanno anche esperti internazionali) per discutere del nostro rilancio economico e sociale.
Bene fa l’opposizione di centrodestra a disertare questa assemblea plenaria, con la quale il governo tenta di occultare il vuoto di progetti e ricerca con plateali consulti una politica industriale da adottare per l’Italia.