Ceretto, il ricordo senza pubblico Nuova edizione del libro di Berardo
Domenica è stata un’inedita commemorazione dell’Eccidio di Ceretto. In occasione del 77esimo anniversario dei tragici fatti risalenti al 5 gennaio 1944 si è radunata una sparuta comitiva, composta da amministratori comunali di Busca e Costigliole e dai rappresentanti delle associazioni strettamente legate all’organizzazione della cerimonia. Per la prima volta nella storia, le disposizioni anti-contagio hanno obbligato i due municipi “fratelli” (uniti anche dalla medaglia al Valore civile conferita nel 2006) a organizzare un evento non pubblico.
La buona notizia arrivata a inizio anno è stata invece la conclusione del volume “Ceretto 5 gennaio 1944, cronaca di un eccidio” di Livio Berardo, che proprio a ridosso del 77esimo anniversario andava alle stampe. Lo storico, già presidente dell’Istituto storico della Resistenza, a cui le amministrazioni si sono rivolte, ha lavorato a una ristesura del lavoro originario, datato 1974, e delle successive ristampe.
PRESENTAZIONE ON LINE
Il libro, pubblicato da Fusta editore di Saluzzo, con il sostegno dei due Comuni e impreziosito da una copertina disegnata da Araldo Cavallera, sarà presentato online nelle prossime settimane, con gli interventi di Paolo Pezzino (Università di Pisa), Guido Neppi Modona (già membro della Corte Costituzionale) e Carlo Gentile (Università di Colonia, Germania). Sperando di poter presto organizzare una serata pubblica.
MEMORIA DA RINNOVARE
Dicono i sindaci di Busca e Costigliole Saluzzo, Marco Gallo e Fabrizio Nasi: «Siamo grati al ricercatore Livio Berardo, che ha preso a cuore la storia dell'eccidio di Ceretto, frazione al confine trai nostri due territori, e ora torna con una nuova edizione arricchita da fatti e testimonianze inedite e importanti. A noi amministratori il compito di rinnovare alla memoria il sacrificio di vite umane e il valore della libertà».
Il presidente dell’associazione 5 gennaio Ivo Sola: «Ogni anno questo momento è per noi fondamentale per non dimenticare e per mantenere nei nostri animi quel senso di giustizia e di pace lasciato in eredità dai nostri martiri, che per questi principi sono caduti. La commemorazione dell’eccidio di Ceretto sia anche un faro per le giovani generazioni: che possano trarre da questa tragedia linfa per comprendere e riportare nella loro vita i valori della Carta Costituzionale».