La magia dell’Alevè

La magia dell’Alevè
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Ogni bosco racchiude un po’ di magia. Inoltrarsi nella più grande foresta di pini cembri d’Europa diventa dunque un viaggio straordinario se osservato con occhi curiosi e vissuto con la consapevolezza di trovarsi in un luogo speciale.

“Il bosco dell’Alevè, il fascino di una foresta millenaria” è il volume di Mattia Bianco, edito da Fusta editore (euro 16,90), dedicato alla cembreta che si estende sui versanti nord orientali della valle Varaita tra i comuni di Sampeyre e Casteldelfino, ai piedi del massiccio del Monviso.

Il volume è in uscita proprio in questi giorni nelle librerie e sul sito internet dell’editore.

Realizzato con i contributi di Fredo Valla, Graziella Berta, Giampiero Boschero, Almerino Deangelis, Stefano Fenoglio, Roberto Mantovani e Renzo Motta, racconta l’Alevè come un bosco popolato di creature, colori, profumi e suoni, uno scrigno di storie, vivo e pulsante, in quello che un tempo era l’antico centro della Repubblica degli Escartoun, e che oggi è diventato il cuore del Parco del Monviso, riserva della biosfera Mab Unesco.

Sfogliando la guida sembrerà di essere nell’ambientazione di una favola, di essere parte di uno di quei racconti che sanno trasmettere il desiderio di prendere un sentiero e lasciarsi il mondo alle spalle. Nel silenzio assoluto degli alberi, con il rumore delle auto lasciato nel fondovalle, rimane il cupo fruscio del vento che non copre il gracchiare dei corvi, il cinguettio delle ballerine bianche, il bramito selvaggio dei cervi, il gorgogliare del torrente che abbandona il Bagnour per fluire lento verso il lago Secco.

Un volume per comprendere la ricchezza di un territorio e osservarlo con occhi diversi la prossima volta che ci si addentrerà nei suoi sentieri.

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