Davide Debernardi: «Guidare l’Azione Cattolica è un servizio I giovani della diocesi sono disponibili a mettersi in gioco»
Davide Debernardi, 26 anni a novembre, una laurea in filosofia e una passione per la filatelia e la numismatica, è stato chiamato dal vescovo di Saluzzo, monsignor Cristiano Bodo, circa tre mesi fa, a guidare l’Azione Cattolica diocesana.
Un incarico di responsabilità, sia per il difficile momento che il Paese sta attraversando, sia considerando l’importanza che l’Azione Cattolica ha storicamente avuto in ambito sociale e politico, oltre che ecclesiale, anche nel nostro territorio saluzzese.
Ne abbiamo parlato con lui per capire con quale spirito ha accettato l’incarico e quali i progetti in cantiere
Da poco sei stato chiamato dal vescovo a presiedere l'Azione Cattolica della diocesi di Saluzzo. Come sei arrivato a questo traguardo?
«Mi piace pensare a questa esperienza come ad un servizio, più che ad un “traguardo”. L’Azione Cattolica è davvero un servizio, una missione nella dimensione della Chiesa locale e noi aderenti cerchiamo di portarlo avanti nel modo più appropriato in base ai tempi, alle disponibilità e alle capacità di ciascuno. Sin da piccolo i ricordi mi legano all’Oratorio don Bosco di Saluzzo e all'esperienza dell'Acr. Crescendo e diventando educatore, mi è poi stato chiesto di entrare a far parte dell'equipe diocesana Acr, un gruppo fantastico, che si occupa di molte attività. Negli ultimi 3 anni mi sono impegnato nella responsabilità dell'Ac Giovani. In questi anni, l'esperienza del consiglio diocesano e poi della presidenza, mi hanno permesso di crescere e di conoscere meglio le tante sfaccettature dell’Azione Cattolica»
Un giovane alla guida dell'Azione Cattolica nell'Anno diocesano dedicato ai giovani. È il sintomo che qualcosa sta cambiando anche nel mondo ecclesiale? È un segnale che i giovani si stanno muovendo, anche in ambito diocesano?
«I giovani sono per loro natura in movimento, in ricerca, da sempre. L’idea dell’ “Anno dei giovani” è certamente un’occasione, un percorso e un processo innovativo. Ma i processi di per sé non sono intrinsecamente positivi o negativi, rivoluzionari o innovativi, questo dipende dal nostro spirito, ovvero da come saremo in grado di affrontare questa responsabilità. Quanto abbiamo ancora da imparare! Dai nostri genitori, dai nonni, dalla società, dalle Istituzioni, dalla Chiesa. Per questo dobbiamo essere esigenti: con noi e con il mondo. Siamo davanti ad un periodo di cambiamento e voglio ringraziare ancora una volta il vescovo Bodo, che ha creduto nei giovani e nell’Ac. Ci è stato chiesto di riprendere spazi e voce, di pensare al nostro futuro. È sempre facile lasciare tutto nelle mani degli altri, per poi rimproverarli, molto più difficile è prendere in mano la situazione, essere protagonisti. Questa grande responsabilità che mi viene affidata mi pare una bella sfida, una grande dimostrazione di fiducia».
Che cosa ti aspetti da questa nuova esperienza? Quali sono i propositi, le idee e gli obiettivi che ti prefiggi?
«Sono indubbiamente emozionato da questa nuova esperienza, ma l'Azione Cattolica è una grande, bella e sicura famiglia: Acr, Giovani, Adulti e Terza età (i nostri super adulti) si supportano e si spronano a vicenda. Cosa mi aspetto da questa esperienza? Innanzitutto, una grande gioia. Un’allegria contagiosa nel portare avanti questo servizio. L’Ac, prima di tutto, deve portare amore e pienezza alle nostre vite. Da qui potremo partire per provare a realizzare tutti i nostri obiettivi: la formazione cristiana, la presenza e il servizio nelle comunità, l'evangelizzazione, la testimonianza con la propria vita, la preziosità della dimensione parrocchiale».
Quali progetti, attività e percorsi sono in cantiere, Covid-19 permettendo?"
«Spererei di poter ripartire al più presto per ripensare le nostre attività: non possiamo far finta che tutto ciò non sia accaduto, ma non possiamo neanche permettere che questo snaturi ulteriormente le nostre vite. Abbiamo radunato recentemente il consiglio diocesano e sono emersi spunti importanti per il futuro. Sicuramente ripartiremo dalle relazioni umane e ci metteremo a disposizione delle esigenze della nostra Diocesi. I nostri appuntamenti di settore andranno certamente mantenuti e curati, poiché rappresentano una preziosa risorsa per il nostro tempo. Gli incontri di formazione sociale, la festa della pace dell'Acr, la salita al Viso Mozzo per i giovani, gli incontri di preghiera della terza età, la festa unitaria, sono appuntamenti preziosi. Sicuramente daremo maggiore spazio alla dimensione di “Fede e Politica”, anche alla luce della recente collaborazione con l’Università Cattolica e il gruppo di studio regionale».