Burgo, si dà la caccia ai miasmi
«Anche durante i picchi di massima intensità della puzza, i valori sono rimasti lontani dalle soglie che indicano un pericolo di natura sanitaria»: l’Agenzia regionale di protezione ambientale, che continuerà a monitorare l’aria di Verzuolo fino al 31 luglio, tranquillizza i residenti in occasione del primo tavolo dedicato al problema miasmi organizzato dall’amministrazione comunale.
I tecnici hanno effettuato parallelamente due test sulle molecole odorose, il 23 giugno e il 6 luglio, e continueranno a fare analisi fino alla risoluzione del problema. Oltre al dato oggettivo, però, in questo caso si spera di poter fare un passo in più, con l’utilizzo di un laboratorio olfattometrico: un sistema, piuttosto raro in Italia, in grado di verificare la sensazione generata nelle persone. Tuttavia i test di questo tipo al momento non possono essere effettuati, perché vincolano alla vicinanza tra persone (senza mascherina).
L’AZIENDA SI SCUSA
La Burgo durante l’incontro ha porto le proprie scuse ad autorità e popolazione: «Non ci siamo mai nascosti, l’intenzione è di operare con la massima trasparenza». L’azienda ha poi spiegato come i guasti registrati abbiano tempi di risposta estremamente lunghi a causa della grandezza dell’impianto, annotando che l’emergenza sanitaria in corso ha rallentato le procedure. La società parla di questa come una “fase di ottimizzazione”, con formazione specifica dei dipendenti per migliorare il lavoro del depuratore.
Il giorno prima del tavolo, la minoranza aveva organizzato un incontro sui temi legati alla riconversione della Burgo a Papò. Il gruppo “Verzuolo per tutti” solleva il problema economico generato da questo fenomeno, che tocca le aziende del territorio e il mercato immobiliare: «La riconversione della Linea Nona è stata un’opportunità ma andava seguita più attentamente, facendo tesoro di esperienze simili. Il problema annunciato è stato sottovalutato» osserva il consigliere Gianfranco Marengo.
ARRIVA IL DECALOGO
Il gruppo di opposizione pone, poi, una serie di questioni agli amministratori, chiedendo che diventi un decalogo da seguire per monitorare nelle prossime settimane la cartiera: approfondire le ripercussioni sulla salute connesse all’inalazione delle sostanze emesse; effettuare una mappatura delle zone interessate; verificare la presenza di animali dannosi correlata allo stoccaggio della carta da macero; effettuare controlli sulla qualità della carta in arrivo e sui piazzali; monitorare la qualità dell’acqua dei pozzi di abitazioni civili presenti in prossimità dello stabilimento; chiarire il funzionamento del termovalorizzatore; valutare la concentrazione di idrogeno solforato all’interno dello stabilimento; archiviare e rendere di facile consultazione tutti gli atti sul processo produttivo.