Quando Giulia Maria veniva in visita a Manta addio alla crespi La mecenate che diede vita al Fai, acquisendo il castello, nel ricordo di Silvia Cavallero

Quando Giulia Maria veniva in visita a Manta addio alla crespi La mecenate che diede vita al Fai, acquisendo il castello, nel ricordo di Silvia Cavallero
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Dalla gestione del Corriere della sera all’invenzione del Fai (con l’acquisizione del castello di Manta nel 1984) Giulia Maria Crespi, mancata a Milano a 97 anni, è stata una delle donne protagoniste della seconda metà del ‘900 in Italia. La sua famiglia l’aveva cresciuta secondo i principi della grande borghesia lombarda, improntati sulla solidarietà e il rispetto, all’insegna del motto (che in tanti a Manta hanno sentito ripetere dalla signora): «Si difende ciò che si ama e si ama ciò che si conosce».

Nel 1975 la Crespi ha dato vita e ha poi guidato per 35 anni il Fondo per l’Ambiente Italiano. A Manta era “di casa”, tutti gli operatori del Fai la ricordano con stima. Confidò che proprio l’acquisizione del maniero fu una delle prime scintille in grado di accendere la sua motivazione per un progetto che ai tempi sembrava utopia. Ricevuto in dono dalla contessa Elisabetta Provana del Sabbione negli Anni ’80, il castello fu al centro di un vicendevole atto di fiducia tra due grandi donne: la nobile che sognava di veder risorgere attraverso il Fai un bene in declino e l’imprenditrice lombarda, che col tempo riuscì a convincere anche i più scettici della sua intuizione: si potevano gestire e rilanciare i tesori del Paese attraverso un’associazione di privati per destinarli alla fruizione pubblica.

I RICORDI

Silvia Cavallero, property manager del castello mantese, ha percorso la sua carriera al fianco della Crespi e serba tanti ricordi: «Una donna visionaria, che ha precorso i tempi, manifestando con la sua vita l’affetto per i luoghi e l’importanza della conoscenza. Con il suo lavoro ha reso possibile il recupero di gioielli del nostro Paese. I suoi precetti sono tuttora la nostra guida».

La crescita del Castello si collega a doppio filo all’attività della Crespi: «Passo dopo passo, si è ampliato il percorso di visita - racconta Cavallero -, restaurando e aprendo al pubblico nuovi ambienti, fino ad un evento importante, in sinergia con il Comune di Manta: il restauro dell’antica parrocchiale, conclusosi nel 2003».

Un ricordo in particolare ha segnato l’ultima visita di Crespi a Manta: dieci anni fa, in occasione dell’inaugurazione del ristorante-caffetteria del Castello, nella sala baronale. Disse a gran voce: «Rendete tutta questa bellezza accessibile ai giovani, formate con la conoscenza le generazioni di domani».

Nel ricordo della fondatrice si unisce Marco Piccat, capo-delegazione del Fai Saluzzo: «Quando si perde una voce così carismatica e rappresentativa e si sta attraversando un anno particolarmente difficile per il Paese, l'impegno di tutti, delegazione, gruppi, team giovani, soci deve, ancora con più determinatezza, dare continuazione e concreta attuazione ai progetti intrapresi. Facciamo nostro quello spirito unitario, indipendente e coraggioso che da sempre è la cifra del Fai».

PREDESTINATA

Classe 1923, Giulia Maria apprese dall’istitutrice Fernanda Wittgens l’amore per l’arte, per l’Italia dell’arte e per la natura. Sposò in prime nozze Marco Paravicini, già comandante partigiano, da cui ebbe due gemelli: Luca e Aldo, scomparso due mesi fa. La morte del marito in un incidente stradale la lasciò giovane vedova, ma con l’idea di avere un destino da compiere. Nel 1965 sposò in seconde nozze l’architetto Guglielmo Mozzoni. Insistendo con il padre Aldo, entrò nel 1962 nella gerenza del Corriere della Sera, che contribuì a rinnovare chiamando Piero Ottone alla direzione.

L’EPOPEA DEL FAI

Nel 1975, mettendo a punto insieme a Renato Bazzoni, Alberto Predieri e Franco Russoli le precedenti esperienze nell’associazionismo culturale, fondò il Fai. Fu lei a dotarlo dei 500 milioni di lire iniziali e ad acquistare il monastero romano-longobardo di Torba (Varese) nel 1976. A fronte di una crisi momentanea, Crespi ebbe l’idea di creare un gruppo di sostegno, guidato da Marella Agnelli. Poi sono nate le “Giornate Fai” e tutto il resto, che hanno scolpito la figura di Giulia Maria “Signora dell’Ambiente».

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