Il comune farà valere le proprie ragioni attraverso l’ente, ma i tempi si dilatano Il Tar sugli usi civici di Crissolo «La competenza è dell’Unione»
La “Gazzetta” era stata facile profeta, quando, a inizio maggio, aveva anticipato un pronunciamento del Tribunale amministrativo regionale del Piemonte, sulla questione degli usi civici, non propriamente in linea con le attese del paese.
Nei giorni scorsi, infatti, il Tar (presidente Carlo Testori) ha accolto il ricorso della Sipre di Gabriele Genre & C, pronunciandosi però esclusivamente sulla censura relativa all’incompetenza del Comune a disporre la reintegrazione al demanio civico dei terreni di proprietà della società.
Secondo il Tar «le statuizioni relative agli usi civici – che nel caso specifico aveva portato anche alla revoca consiliare della convenzione che affida alla Sipre la gestione degli impianti di risalita - sono di competenza dell’Unione Montana dei Comuni del Monviso e non del Comune di Crissolo».
Un “vizio di forma” annunciato proprio da queste colonne due mesi e mezzo fa: la vicenda avrebbe dovuto essere gestita dall’Unione e non già dal Comune, e pertanto ogni decisione presa è al momento senza valore.
«Sulle altre censure - si legge sul sito ufficiale del Comune che ha tempestivamente pubblicato copia della sentenza - relative al procedimento il Tar non si è pronunciato in quanto l’accoglimento del ricorso per la riconosciuta sussistenza del vizio di incompetenza comporta l’assorbimento degli ulteriori motivi di impugnazione. Questo in quanto la valutazione del merito della controversia si sarebbe risolta in un giudizio meramente ipotetico sull’ulteriore attività amministrativa che avrebbe dovuto compiere l’organo competente (cioè l’Unione Montana dei Comuni del Monviso)».
In buona sostanza, la correttezza o meno degli atti amministrativi relativi agli usi civici non è stata valutata dal Tribunale, che si è limitato a dichiarare la competenza sul tema dirimente dell’Unione Montana.
Questo nonostante Gabriele Genre, rappresentato dagli avvocati Claudio Demaria, Massimo Longo e Andrea Porro, avesse messo sul piatto accuse pesanti: violazione e falsa applicazione di legge con conseguenti eccesso di potere per difetto di istruttoria, eccesso di potere per difetto di competenza, eccesso di potere per difetto di legittimazione e di competenza, eccesso di potere per violazione del procedimento e per difetto di istruttoria, eccesso di potere per violazione del procedimento e per inosservanza di circolari, eccesso di potere per violazione del procedimento e per ingiustizia manifesta, eccesso di potere per falsità del presupposto e per difetto di istruttoria ed eccesso di potere per falsità del presupposto e per travisamento ed erronea valutazione dei fatti. L’ultimo pronunciamento del Tar consiglia prudenza e… bocce ferme.
Il Comune di Crissolo, i cui interessi sono curati dagli avvocati Antonella Lauria e Carlo Merani, si appresta infatti a intraprendere la strada percorsa sino ad oggi, ma sotto l’egida (e su carta intestata) dell’Unione dei Comuni. E tutto tornerà in gioco, in una partita che resta aperta, ancorché rimandata in avanti nel tempo.