Trionfo ai campionati di fuochi d’artificio per ettore ghibaudo, festeggiato in paese Il pubblico di Roma sceglie la “Piro G” La ditta di Brondello campione d’Italia

Trionfo ai campionati di fuochi d’artificio per ettore ghibaudo, festeggiato in paese Il pubblico di Roma sceglie la “Piro G” La ditta di Brondello campione d’Italia
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La Piro G di Brondello è campione d’Italia. Lo ha decretato la giuria popolare di Roma che a Cinecittà World (il parco divertimenti collegato agli studi cinematografici) ha ammirato e valutato per dieci giorni le performance dei migliori artisti pirotecnici del Paese, conferendo la medaglia d’oro alla piccola realtà della valle Bronda. Il patron Ettore Ghibaudo, in brodo di giuggiole, raccoglie con il suo show anche il secondo premio della giuria tecnica della kermesse “Stelle di fuoco”, alla cui fase finale era passato grazie agli spettacoli realizzati negli anni passati a Revello, Castellar e Racconigi (selezionati dalla commissione).

Il team che ha trionfato a Roma, oltre che da Gibaudo e dalla figlia d’arte Elisa, è composto da Daniele Tasinato, Renzo Martarello, Damiano Baraldo, Federico Manfrinato. Sono stati celebrati al loro rientro dalla comunità brondellese con una festa a sorpresa.

Ghibaudo ha ereditato la sua passione per l’arte pirotecnica da Luigi Poracchia, fondatore della storica azienda di fuochi d’artificio di Saluzzo (distrutta nel 1965) e suo maestro per anni. Da questa è nata la rivendita brondellese Piro G e l’attività amatoriale da “disegnatore” di spettacoli, per la quale l’imprenditore (che come primo lavoro gestisce con la moglie Giusy un catering) ha collaborato anche per l’azienda campione del mondo.

Ghibaudo, una piccola azienda di famiglia che batte i più blasonati competitor del sud, dove c’è una tradizione mica da ridere. Com’è successo?

«Ancora non ci crediamo. Ho lavorato mesi a questo spettacolo. Abbiamo sparato quasi 17 mila colpi in meno di 13 minuti, ricevendo tanti applausi. Il voto del pubblico, per chi fa il nostro mestiere, è quello che conta di più. Dedico la vittoria alla mia famiglia, al nostro affiatato team, al mio mentore Poracchia, a Cesare Eandi, Paolo Casto, Francesco Bovo, amici che non ci sono più».

Cosa vi aspetta ora?

«Il settore è fermo causa i riflessi della pandemia. Ma sono nate interessanti amicizie. Vorrei promuovere di più l’arte pirotecnica dalle nostre parti, dove non è molto sentita. E spero di collaborare, come progettista, agli spettacoli di altre grandi realtà impegnate in Italia in questo affascinante mondo, dove la programmazione digitale rischia di adombrare le doti creative, che stanno dietro a uno spettacolo pirotecnico».

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