Rinaudo: «La scuola partirà e reggerà l’urto C’è un po’ di paura, ma anche tanto coraggio»

Rinaudo: «La scuola partirà e reggerà l’urto C’è un po’ di paura, ma anche tanto coraggio»
Pubblicato:
Aggiornato:

Milva Rinaudo, già sindaco di Costigliole, attuale vicesindaco del paese, è consigliere provinciale, e ha assunto in passato la delega alla scuola e all’edilizia scolastica. Dallo scorso anno è dirigente scolastica dell’istituo superiore Grandis di Cuneo.Rinaudo, l’esperienza a vasto raggio maturata sul campo le consente di parlare con cognizione di causa della ripresa della scuola, la madre di tutti i problemi derivati dall’emergenza sanitaria. Ce la faremo a ripartire?

«Sono convinta che si riuscirà a ripartire. Vi è stato un grande impegno da parte di tutti, un lavoro senza sosta da inizio pandemia. Adesso siamo al banco di prova. Diversi fattori dovranno interagire per permettere il successo della riapertura, primo fra tutti le responsabilità individuali di ognuno; noi siamo il nostro futuro e in questo momento il contributo di tutti diventa l’elemento chiave per rendere la formula efficace».

I soggetti chiamati ad interagire sono molteplici: dirigenti, insegnanti, studenti, famiglie, istituzioni ai vari livelli. Ognuno portatore di istanze non sempre tra loro facilmente conciliabili. Eppure, oggi più che mai, serve unità d’intenti. Come la vede?

«Nella sua domanda traspare già parte della risposta: “unità d’intenti”. Certamente questa pandemia ha evidenziato l’importanza della scuola in tutti i suoi aspetti e nella sua complessità; troppo spesso ci si dimentica dei numerosi compiti dell’istituzione scolastica, limitandosi a pensare che la scuola abbia come obbiettivo principale la trasmissione di conoscenze. La realtà è ben diversa: la scuola deve perseguire il successo di ciascuno studente che è il risultato di un sistema modulare fatto di informazioni, nozioni, passione e empatia. Se questo ingranaggio, lubrificato e spinto da uomini e donne che hanno scelto di mettere la propria esperienza a servizio dei nostri ragazzi, funziona il risultato si chiama futuro».

Hai dei suggerimenti da avanzare?

«Mi sento in difficoltà in quanto sono parte di questo meccanismo. Diciamo che troverei costruttivo meno individualismi, maggiore coesione, condivisione e capacità di ascolto. L’emergenza ha creato situazioni da affrontare completamente nuove. I protocolli da seguire vanno costruiti con coraggio e contemporaneamente collaudati per poi essere modificati in itinere. Per cercare di commettere meno errori possibili, le varie istanze vanno ascoltate, sentite e conciliate con l’emergenza sanitaria. Parafrasando una celebre frase di un grande uomo quale Paolo Borsellino, è normale che ci sia la paura, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio».

Si assiste in questi giorni ad un rimpallo di responsabilità tra Governo e Regione, che non è di buon auspicio. Che cosa devono fare le istituzioni per assicurare la messa in moto della macchina scolastica?

«Dovremmo, tutti, ricominciare a vedere la politica nella più alta accezione del termine: la politica deve essere al servizio delle proprie comunità e della gente. In questi anni le competenze fondamentali hanno subito una frammentazione che ha come conseguenza un rimpallo di responsabilità. Adesso è il momento che ognuno faccia la propria parte responsabilmente con un unico obiettivo comune: Ripartire insieme. Per chi ha lavorato tutta l’estate cercando soluzioni, parlo del personale delle istituzioni come dirigenti scolastici, collaboratori, sindaci e funzionari comunali nonché responsabili della sicurezza, assistere a questo “spettacolo” non fa certo bene. Inutili strumentalizzazioni sulla pelle degli studenti e delle famiglie non agevolano la ripartenza; non vorrei risultare banale ma il vecchio detto “l’unione fa la forza” oggi mi sembra un lume».

Orari, distanziamento, mense, palestre: tanti i nodi ancora da sciogliere. La scuola sembra destinata a non essere più quella di prima. C’è questo rischio?

«Si, penso di sì. In questo momento la struttura della scuola di prima non è attuabile; nell’attesa che possa tornare bisogna ripensarla, rinnovarla ed utilizzare le esperienze passate per costruire la scuola del futuro.

Nuovi modelli comportamentali aspettano ognuno di noi, da mesi li stiamo testando e faranno parte della nostra quotidianità ancora per molto tempo».

Oltre a tutte le problematiche di natura sanitaria interne a ciascun istituito, c’è il problema dei trasporti, che in una realtà come il Cuneese non è irrilevante.

«Questo è un altro aspetto molto articolato che si complica pensando al nostro territorio. La nostra provincia è “Granda” di nome e di fatto ed i ragazzi necessitano di una rete di trasporti che solo osservando la cartina si percepisce complessa, soprattutto per le scuole superiori.

I presidi hanno fatto la loro parte incontrandosi più volte, coordinando orari e lezioni per garantire il servizio. Adesso i responsabili preposti dovranno lavorare per coordinare i trasporti. Sicuramente questa parte sarà delicata quanto complicata».

Il peso che ricade sulle spalle dei dirigenti scolastici in questo frangente non è di poco conto. Ce la farà la scuola a reggere? Che cosa chiedete agli allievi e alle loro famiglie?

«La scuola reggerà in quanto è una squadra. I dirigenti scolastici sono accompagnati da collaboratori che insieme a studenti e famiglie costruiranno una nuova scuola. A tutti si chiede di seguire le indicazioni, informarsi e rispettare le regole che mai come oggi rappresentano l’unico strumento efficace per difendersi da questo virus».

Archivio notizie
Novembre 2024
L M M G V S D
 123
45678910
11121314151617
18192021222324
252627282930