Addio al patriarca Giovanni Tortone
E’ mancato Giovanni Tortone, il patriarca della cascina l’Emilia di Scarnafigi. Aveva 94 anni. I funerali si sono svolti sabato scorso, con la partecipazione dei numerosi congiunti, nipoti, pronipoti e cugini.
Grande appassionato di bocce - come il fratello-campione Piero, mancato a inizio giugno a Manta -, Giovanni era stato fra i fondatori della bocciofila scarnafigese. Lo ricorda Nando Arnolfo.
Quando nel 1963 la famiglia Tortone si trasferì nella storica cascina “L’Emilia”, Scarnafigi era profondamente diversa da come la viviamo adesso. Come per gran parte dei centri agricoli cuneesi la vita era scandita dal succedersi delle stagioni, dei raccolti, dei lavori. Scarnafigi era una vera autentica comunità, dove tutti si conoscevano, dove quel che succedeva interessava a tutti, dove ci si aiutava l’un l’altro, e ognuno era il personaggio di una commedia che si sviluppava quotidianamente. Le controversie, le rivalità, i contrasti politico-amministrativi, erano ovviamente presenti, ma tutto era più sfumato, e quasi mai degenerava.
In questa Scarnafigi che solo i diversamente giovani ricorderanno, le scelte che coinvolgevano la comunità erano attivamente sentite e partecipate, attraverso discussioni che avvenivano in sedi ora desuete, quali parrocchia, scuole, studi professionali, e soprattutto osterie (la parola bar non era ancora nel nostro vocabolario), i centri culturali di allora. Le partite a carte, a biliardo, a bocce, lasciavano spazio ad interminabili dibattiti.
Giovanni Tortone era uno dei tanti protagonisti di questo piccolo mondo antico. Aveva una forte personalità, coniugata a una bontà che mascherava con un fare all’apparenza burbero, e col caratteristico profondo vocione. In questo contesto sono nate la maggior parte delle idee progettuali che si svilupperanno negli anni a seguire. Proprio da una iniziativa di un gruppo di amici, tra un bicchier di vino ed un caffè, come canta Gino Paoli, è nata una di queste iniziative, che nel tempo avrebbe positivamente influito nel contesto sociale scarnafigese.
Quattro amici al bar, Giovanni Tortone, Cesare Pasero, Giovanni Galletto, il vulcanico Paride Operti, decisero che Scarnafigi meritava l’opportunità di una bocciofila, per i tanti appassionati di bocce ma anche e soprattutto per creare un centro di aggregazione alla portata di tutti.
Tassandosi per 100 mila lire ciascuno, resero possibile la realizzazione dei campi da bocce e chiosco di servizio nei viali alberati di piazza Europa, che per 25 anni saranno uno dei fulcri della socialità del paese; fino alla costruzione dell’attuale bocciodromo e dell’area sportiva, che forse non sarebbe esistita senza quella primitiva intuizione.
Così scorreva la vita in quegli anni ‘50, ‘60, ‘70. Scarnafigi era riconosciuto come paese guida nella piana saluzzese, grazie a una ricchezza di personaggi che seppero creare i presupposti del successivo sviluppo.
Giovanni Tortone ha rappresentato una delle ultime figure di una realtà che non c’è più.