Morìa del kiwi, il Piemonte al tavolo

Morìa del kiwi, il Piemonte al tavolo
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Caro direttore,

è notizia di questi giorni che il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali ha deciso di costituire, a seguito della prossima riunione del Comitato fitosanitario nazionale, una specifica task force in materia di “moria del kiwi”. Ho sollecitato il ministro Teresa Belllanova a coinvolgere i soggetti (Università, Fondazioni e Centri di ricerca e di sperimentazione) e gli attori del settore che hanno lavorato in questi anni ed in questi mesi e che sono stati già coinvolti dal lavoro in corso sul tema in Commissione Agricoltura al Senato.

La problematica della moria del kiwi è purtroppo in continua espansione in tutti gli areali di coltivazione ed arriva a colpire oggi oltre il 25% della superficie nazionale (6560 ettari su 25 mila) interessando ormai porzioni ben maggiori di superficie in alcune Regioni, quali per esempio il Piemonte al 70% ed il Veneto all’80% dell’intera superficie.

La Commissione Agricoltura del Senato ha avviato un lavoro, in virtù di un affare assegnato dalla Presidenza in corso d’opera attualmente, che ha visto in questi mesi, sia pure interrotti dall’emergenza sanitaria, raccogliere comunque molte indicazioni ed utili esperienze sul tema, già evidenziando tra l’altro l’esigenza di maggiori risorse per sostenere i progetti di studio e sperimentazione sul campo, la prevenzione e la cura, e la necessità di un coordinamento con risorse per una maggiore unitarietà ed interscambio del lavoro.

Ho pertanto voluto sollecitare Bellanova a valutare l’opportunità di un coinvolgimento al tavolo, o all’interno della futura task force di prossima costituzione, anche dei soggetti piemontesi che hanno lavorato in questi anni attivamente sul tema nei differenti territori colpiti da questa moria al fine di coordinare le attività di ricerca, definire le linee guida per una gestione sempre più efficiente ed efficace dell’emergenza e verificare le condizioni per individuare eventuali interventi mirati sul settore.

Tale patologia sta diventando un problema devastante su scala nazionale per tutta la frutticoltura con danni stimati direttamente agli agricoltori che salgono ormai a molte centinaia di milioni di euro. Sarà quindi necessario un lavoro coordinato e possibilmente unitario, coinvolgendo e collaborando con tutti gli operatori attori istituzionali e del settore, per raggiungere, nel più breve tempo possibile, i migliori risultati ottenibili.

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