I detenuti scrivono favole della buonanotte

I detenuti scrivono favole della buonanotte
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Si chiama “Il bosco buonanotte”. È il titolo del libro per bambini frutto di una scrittura collettiva di tredici papà-detenuti di Alta Sicurezza della casa di reclusione Morandi di Saluzzo. Edito da “Scritturapura”, casa editrice di Asti, con le illustrazioni di Francesca Reinero e una prefazione curata da Simona Vinci, vincitrice del premio Campiello, il libro racconta per illustrazioni una storia che parla di maschere e di solitudini, di grandi illusioni e di mancanza di amori. La realizzazione dell’opera è avvenuta all’interno del laboratorio di scrittura del progetto Liberandia (2019-2020) promosso dall’Associazione Voci Erranti Onlus di Savigliano, autrice del libro.

Il progetto è stato realizzato grazie al contributo della Compagnia di San Paolo e Fondazione Crt e ha compreso un percorso psicologico sul tema della genitorialità per i detenuti, tenuto dall’equipe dell’associazione Mamre Onlus di Torino e un laboratorio di scrittura creativa gestito da Grazia Isoardi, direzione artistica Voci Erranti Onlus, e Yosuke Taki, scrittore, artista e regista teatrale. Il libro è stato presentato sabato scorso in piazza Turletti, di fronte al teatro Milanollo di Savigliano. È in vendita al prezzo di 20 euro, da ottobre, nelle principali librerie.

«Dall’esperienza del teatro - afferma Grazia Isoardi, direttrice artistica di Voci Erranti - alla scrittura di un racconto per bambini: questo è l’ultimo anello del percorso di lavoro e di formazione che Voci Erranti ha realizzato presso la casa di reclusione di Saluzzo. Chi vive il carcere nella quotidianità conosce bene le sofferenze che comporta una vita privata non solo della libertà individuale, ma degli affetti familiari, la mancanza del rapporto con la propria famiglia, in modo particolare con i propri figli. L’essere padre in carcere significa fare i conti con una assenza che, inevitabilmente, lascerà tracce indelebili nel percorso di crescita dei figli, della coppia e, nello stesso tempo, aumenta il senso di colpa senza possibilità di riparazione».

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