«Così abbiamo risolto la carenza di aule»
Dal primo settembre dello scorso anno, Vilma Bertola, è dirigente dell’Istituto comprensivo “Giolitti” di Dronero che accoglie tutte le scuole della Valle Maira. Sono 13 i plessi che lo compongono (4 scuole dell’infanzia, 7 primarie e 2 scuole medie) che vanno dall’alta valle, partendo da Prazzo, scendendo a Stroppo, fino alla Morra.
Com’è andata la ripartenza?
«Siamo partiti fin dal primo giorno, il 14 settembre, con l’orario completo (27 ore alle primarie e 30 ore alle medie). Per poterlo rispettare sono state aggiunte delle ore agli insegnanti che coprivano i docenti ancora da nominare. Abbiamo lavorato con i Comuni della valle, con cui si organizzano i servizi di pre-ingresso e di mensa».
Una criticità è sorta alla scuola media di Dronero, dove mancavano gli spazi.
«Per ottenere le aule necessarie alle Medie è stata utilizzata un’ala dell’asilo nido. Con una parete divisoria, si sono evitati contatti tra i piccoli e gli studenti. Abbiamo inoltre usufruito dell’aula magna della scuola media dei laboratori per collocare le varie classi».
Altre situazioni particolari?
«Una seconda media lavora momentaneamente utilizzando le sedie a bracciolo con leggio, in attesa dell’arrivo dei banchi monoposto previsti dal ministero, che dovrebbero essere consegnati a fine ottobre. Ne sono stati ordinati 100, che saranno utilizzati sia nelle classi che nei laboratori».
Come avviene la prevenzione quotidiana?
«A studenti, docenti e personale vengono consegnate giornalmente le mascherine. Gli alunni delle primarie hanno dei modelli speciali, più piccoli. Le maestre delle scuole dell’infanzia usano sia la visiera che la mascherina. La temperatura viene misurata tutti giorni dalle famiglie e riportata sul diario. In caso di dimenticanza da parte dei genitori viene rilevata a scuola».
Carenze di organico?
«Al momento l’uscita dalla scuola dell’infanzia è anticipata alle 13, perché manca il personale per coprire l’orario pomeridiano: nuovi docenti verranno nominati con l’organico aggiuntivo previsto dalla normativa anti-covid».
La sua valutaione complessiva?
«I primi giorni sono stati un addestramento alle procedure che, se osservate rigorosamente, ci mettono nelle condizioni di proteggere studenti e personale».