Bocciato dai prof, riammesso dal Tar

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Bocciato dai professori, riammesso, alla classe seconda media, dal Tar.

Il tribunale amministrativo del Piemonte ha stabilito che uno studente della scuola media di Saluzzo, non ammesso alla seconda, doveva essere promosso.

Il protagonista della vicenda è un ragazzo figlio di genitori stranieri.

«Lo studente - racconta l’avvocato Paolo Botasso, difensore dell’adolescente - aveva frequentato la prima media lo scorso anno. Il primo quadrimestre era andato abbastanza bene. Aveva qualche insufficienza in alcune materie, ma bei voti in altre. A livello comportamentale il giudizio non era male. Poi è arrivato il lockdown. Seppur avesse padre e madre al lavoro, ha cercato di seguire le lezioni, ha ottenuto voti sia positivi che negativi. In pagella aveva 8 e 7 in Italiano e Storia. E anche a livello comportamentale il giudizio si era alzato. Nonostante questo, è arrivata la bocciatura».

Ma, ha stabilito il Tar, cui la famiglia ha presentato ricorso, nell'anno del lockdown non si può bocciare uno scolaro solo per «la scarsa partecipazione alle attività didattiche in via telematica» e per «il poco impegno» durante i compiti a casa, proprio per «il carattere eccezionale» dettato «dalla sospensione delle lezioni in presenza dovuta all'emergenza Covid-19».

«Il ministero - spiega l’avvocato Botasso - aveva previsto, per l'anno scolastico 2019-20, che gli allievi fossero promossi anche in presenza di insufficienze in varie materie, fatta salva la predisposizione di piani personalizzati di apprendimento, cosa che la scuola ha fatto nei giorni scorsi dopo una intimazione del Tar.»

Il rendimento dell'alunno, ha aggiunto il Tar, recependo la memoria presentata dalla scuola, era sicuramente «peggiorato nel secondo quadrimestre a causa della scarsa partecipazione alle attività didattiche in via telematica e del poco impegno nello svolgimento dei compiti a casa».

Ma non è sufficiente per la bocciatura, perché il decreto ministeriale stabilisce che l’unico motivo per la non ammissione fosse l’impossibilità di esprimere la valutazione sull’alunno.

Il Tar ha stabilito che la scuola, in questo caso l’istituto comprensivo di Saluzzo, si faccia carico delle spese legali.

«Il ragazzo - conclude l’avvocato – ha sicuramente incontrato delle difficoltà con la didattica a distanza. Sia sotto il punto di vista informatico, sia nella gestione dei compiti. Ma il fatto che abbia ottenuto dei voti, e abbia partecipato, seppur a volte con scarso impegno, alle lezioni a distanza, sono elementi sufficienti per l’ammissione alla classe successiva, come ha effettivamente stabilito il giudice».

Il Tar aveva immediatamente emesso due decreti cautelari, per poter sospendere la bocciatura e ammettere il giovane ai corsi di recupero, iniziati la settimana precedente l’inizio dell’anno scolastico.

L’altra settimana è arrivata la sentenza, attraverso la forma semplificata che permette di accorciare i tempi del procedimento, appena in tempo per poter iniziare l’anno scolastico in seconda.

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