Melampo e Paco, i primi due cani che “fiutano” il virus all’aeroporto

Melampo e Paco, i primi due cani che “fiutano” il virus all’aeroporto
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A partire dal mese di febbraio Levaldigi sarà il primo scalo aeroportuale in Italia ad avere “in servizio” un’unità cinofila specializzata nell’individuazione dei passeggeri positivi da Covid.

L’aeroporto è stato scelto, unico sul territorio nazionale, per un progetto promosso da “I-Sec Italia srl”, società specializzata nei servizi di sicurezza aeroportuale.

In collaborazione con Geac, il progetto si avvale della collaborazione della società finlandese Nose Academy Oy, una start-up di ricerca scientifica specializzata nell’addestramento di cani, in grado di rilevare malattie negli esseri umani attraverso l’olfatto.

«E’ un progetto pilota unico in Italia - spiega l’assessore alla Sanità regionale Luigi Icardi, presente alla presentazione del progetto - che sosteniamo con entusiasmo e convinzione fin dall’inizio con la Maxi Emergenza regionale, l’utilizzo dei cani per rilevare malattie negli esseri umani attraverso l’olfatto è già scientificamente provato nel caso di diverse patologie. Quanto al Covid-19, le sperimentazioni condotte tra settembre e dicembre 2020 dalla società finlandese partner del progetto dell’aeroporto di Cuneo su un campione di seimila passeggeri all’aeroporto di Helsinki-Vantaa, hanno dimostrato che nel 95 per cento dei casi i cani sono risultati capaci di identificare i soggetti portatori del virus anche cinque giorni prima che manifestino i sintomi. Un valore aggiunto che intendiamo approfondire sul campo e che può aprire scenari molto interessanti sul fronte della Sanità, rivelandosi più efficace degli stessi test molecolari, proprio per la capacità di anticipare l’esito diagnostico. I cani potrebbero strategicamente essere impiegati con successo non solo negli aeroporti, ma anche nei Pronto Soccorso, come nei contesti di emergenza e di assembramento in cui la velocità e l’affidabilità dell’analisi sono determinanti».

Il metodo, innovativo, consiste nell’addestrare i cani a riconoscere alcune sostanze chimiche prodotte in maggiore quantità e rilasciate dai contagiati a livello epidermico, attraverso l’utilizzo di semplici salviette che vengono passate a contatto della pelle delle persone sottoposte all’inedito test. Un’operazione che si svolge in totale sicurezza, senza necessità di contatto diretto tra i cani e le persone.

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