Solenne e toccante cerimonia nel museo storico-etnografico. Il grazie del sindaco Crissolo, nella telenovela dello sci una sentenza a favore del Comune

Solenne e toccante cerimonia nel museo storico-etnografico. Il grazie del sindaco Crissolo, nella telenovela dello sci una sentenza a favore del Comune
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Così come non c’era nulla cui brindare, qualche mese fa, dopo la bocciatura da parte del Tar (solo per un “vizio di forma”) della delibera sulla decadenza della convenzione tra Comune e Sipre (la società che gestisce gli impianti di risalita), così oggi non c’è nulla per cui deprimersi.

Resta il fatto che la sentenza emessa la settimana scorsa dal Commissario per la liquidazione degli usi civici per il Piemonte, la Valle d'Aosta e la Liguria Giovanni Liberati, è un campanello d’allarme per la società di Gabriele Genre, che a questo aveva fatto ricorso.

LA STRATEGIA DELLA SIPRE

L’8 maggio 2019 la Sipre aveva dichiarato di voler citare in giudizio il Comune di Crissolo, la Regione, l'Unione montana dei comuni e il Prefetto di Cuneo allo scopo di accertare la presunta omessa adozione da parte del Comune del regolamento per gli usi civici, l’illegittima l'interpretazione da parte dello stesso dello statuto dell'Unione e l'illegittimità della determinazione della Regione del 23 maggio 2014. Obiettivo, annullare la deliberazione del Consiglio comunale di Crissolo del 14 marzo 2019, ovvero quella con la quale era stata revocata la concessione per la gestione degli impianti.

Ma obiettivo era anche invalidare la relazione di accertamento demaniale redatta dal geometra Decostanzi e la deliberazione del Comune di Crissolo del 18 febbraio 2019. Annullamenti a catena che, nella strategia di Gabriele Genre dovrebbero far decadere gli atti di vendita conclusi a favore di Aldo Perotti, Antonietta Bessone e della Parrocchia di Sant’Andrea Apostolo di Bra.

La Sipre, nel suo ricorso, aveva da un lato ammesso di «avere realizzato, dopo essere stata debitamente autorizzata dal Comune, opere insistenti su terreni di tale comune gravati da uso civico» (un accesso al ponte sul fiume Po, due sciovie, un impianto di innevamento e un impianto idroelettrico, un bar a monte della seggiovia Monviso e il bar Ghincia Pastour Colletto), ma dall’altro aveva lamentato «l'inadempimento da parte del Comune alla convenzione con esso stipulata il 30 giugno 2017, che avrebbe dovuto condurre a una conciliazione stragiudiziale sugli usi civici, mediante regolarizzazione dello stato di fatto».

La Sipre contesta che invece il Comune abbia deliberato l'avvio del procedimento di reintegro nel possesso dei terreni gravati da uso civico, in violazione di plurime disposizioni della Regione, «con conseguente eccesso di potere e incompetenza, che viziavano gli atti adottati dal Comune, che avrebbero quindi dovuto essere dichiarati illegittimi».

IL COMMISSARIO

Netta la presa di posizione del Commissario, che scrive: «Nel caso in esame le domande e le conclusioni della ricorrente non hanno a oggetto la situazione proprietaria o la “qualitas soli” delle aree occupate dalla ricorrente, che ne ha riconosciuto la natura demaniale, ma provvedimenti amministrativi che le riguardano, di cui è stata chiesta la dichiarazione di illegittimità. Dichiarazione che esula dalla mia giurisdizione, tanto che la stessa ricorrente ha instaurato giudizio amministrativo in relazione a tali atti proponendo le medesime domande al Tar».

E aggiunge: «Le domande proposte dalla ricorrente nei confronti del Comune di Crissolo devono, dunque, essere dichiarate inammissibili per difetto di giurisdizione, non occorrendo assegnare alcun termine per la riassunzione del giudizio avendo, come accennato, la ricorrente già instaurato giudizio amministrativo in relazione ai medesimi atti e proponendo le medesime domande, conclusosi con l'annullamento di due deliberazioni del consiglio comunale di Crissolo».

Il Commissario ha condannato la Sipre a rimborsare al Comune di Crissolo le spese processuali (2.500 euro), oltre a richiedere un rimborso forfettario, cassa previdenziale avvocati e Iva.

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