Lutto a piasco Storico militante sindacale e musico con la S. Cecilia Al suono di “Bella ciao” il saluto a Piero Ballatore Giovanissimo partigiano, aveva lavorato alla Wild con la moglie Ada, autrice del diario di guerra
Sabato mattina si sono tenuti i funerali di Piero Ballatore, protagonista della vita pubblica piaschese, che ha segnato con la sua attività di sindacalista alla Wild, musico e sportivo appassionato. Si è spento al Carle di Cuneo a 93 anni, raggiungendo l’amata moglie Ada di cui aveva curato - assieme allo storico Piero Balbo - la pubblicazione del Diario della guerra a Piasco nel ‘44-‘45.
Cultore della Resistenza, cui aveva partecipato da giovanissimo, Piero è sempre andato orgoglioso dell’etichetta di “antifascista”, chiedendo fosse apposta sul necrologio.
Lo piangono, nel generale cordoglio, il figlio Renato con Laura, i nipoti Marco, Elisa e Paola; i pronipoti Alessia e Gabriel e i numerosi congiunti.
Pubblichiamo un suo ricordo del professore e storico Livio Berardo.
Giovanissimo, collabora con i partigiani della val Varaita, che hanno nella Wild un obiettivo civile, per mobilitare i lavoratori allo sciopero nei momenti cruciali e per rifornirsi (non senza qualche connivenza della direzione) di tessuti per il vestiario.
Alla Wild Piero lavorerà per oltre un quarto di secolo. Nella Commissione interna è uno dei rappresentanti della Cgil, quando questa è il primo sindacato nel cotonificio. Guida nel '53 gli scioperi per il "conglobamento", la fusione con la paga base del carovita e delle varie indennità aggiuntesi nel corso degli anni.
L’invasione sovietica dell’Ungheria nel 1956 segna in provincia l’inizio di una pesante crisi tanto per il Pci quanto per la Cgil: nel 1957 alla Wild i voti del sindacato “rosso” sono quasi uguagliati dalla Cisl. Poi per tre anni la Cgil non riesce più a presentare una lista: nello stabilimento le è rimasto ufficialmente un unico iscritto: Piero Ballatore.
Ma attorno a lui si raccolgono l’anno dopo 56 tesserati e nel 1961 la Cgil si ripresenta alle elezioni e conquista 184 voti (2 seggi) contro 125 della Cisl, 62 della Uil e 97 degli indipendenti. Piero rientra in Commissione interna. Dopo l’autunno caldo e la nascita delle nuove rappresentanze sindacali diviene membro del Consiglio di fabbrica. In questa sede deve affrontare il declino della Wild e più in generale del tessile in Italia.
Dopo una lunga cassa integrazione e molti scioperi il 18 marzo 1974 viene firmato un accordo per l’ammodernamento delle fabbriche di Piasco e Novara. Lo choc petrolifero di quegli anni rimanda e poi vanifica il programma: nonostante una lotta triennale il Tribunale di Torino decreta nel 1979 il fallimento della società.
Ballatore trovò lavoro al mobilificio Villosio di Costigliole. A Costigliole era legato anche dalla sua passione di musico, che esplicava all’interno della banda cittadina.
Qualche anni fa aveva perso la moglie Ada Mondino, anche lei impiegata Wild. Per ricordarla ne aveva pubblicato con l’aiuto di Piero Balbo il diario, ricco di notizie su Piasco in tempo di guerra.
Non so se dopo quella del Pci, Pds e Ds, Piero avesse ancora preso tessere di partito. So che ad una teneva con determinazione ferrea, quella dell’Anpi, tanto da lasciare tra le sue ultime volontà l’indicazione di scrivere nei necrologi la qualifica “antifascista” e la richiesta che la banda, la “sua” banda di Costigliole, gli suonasse come congedo “Bella ciao”.