«Torno col Giro nella mia Pontechianale All’Agnello si scrive la storia del ciclismo» la ballerina verzuolese marta giuliano, impegnata con la carovana della corsa rosa, si racconta alla gazzetta
Prima che il Giro d’Italia passi, in questa inedita edizione autunnale, nuovamente per le strade del Monviso, c’è una verzuolese (ben nota a Saluzzo) che la Corsa Rosa la vive da dentro, come professionista. La ginnasta, ballerina e coreografa Marta Giuliano è quest’anno al suo 10° Giro consecutivo.
Per anni “colonna” dalla carovana rosa, la 30enne verzuolese è stata scelta da Toyota, main sponsor dell’evento sportivo, come coreografa delle tre settimane di gare. Insieme ad un altro collega ballerino e a due aiutanti (che guidano i mezzi e collaborano con le coreografie) sta portando il suo talento in tutte le regioni, esibendosi in pose da contorsionista nei più begli scorci del Paese. La sua pagina Facebook sembra, in questi giorni, un inno - nuovo anche nei colori, vista la stagione - alle bellezze del Giro e del Belpaese.
Marta, come si svolge una giornata-tipo del vostro team?
«Lavoro, cena, albergo e l’indomani si riparte: un po’ per l’impegno che comportano le nostre uscite, un po’ per le giuste precauzioni anti-contagio, viviamo quasi isolati dal mondo. Di norma un’ora prima della corsa mettiamo in scena balli e coreografie a distanza senza mascherina, poi ci avviciniamo al pubblico per lanciare i gadget dello sponsor e per questa attività ci copriamo naso e bocca. Ci sono poi tappe speciali in cui siamo una vera e propria carovana, posizionata tra l’auto degli ispettori e i ciclisti e seguiamo, con animazioni itineranti, tutta la corsa».
Una curiosità: in molte foto siete vestiti da rallysti...
«Sì, quello è ancora un altro format, che utilizziamo in presenza degli ospiti, portandoli in scena con noi. Abbiamo avuto il piacere di avere nella nostra comitiva la plurimedagliata para-olimpica Bebe Vio e la cantante torinese, ma di origini siciliane, Levante. Nei prossimi giorni tocca ad Alessia Ferrari, splendida ginnasta azzurra, ad Andrea Pusateri, campione italiano di paraciclismo, e a Gabriele Detti, oro mondiale e bronzo olimpico nel nuoto».
Che aria si respira in questi giorni?
«Ancora oggi (lunedì, ndr.) in vista del decreto in fase di scrittura, i manager che ci seguono ci hanno raccomandato massima cautela, l’uso dei dispositivi ogni qualvolta ci si avvicina alla gente o altri protagonisti della corsa e lo sforzo di mantenere le distanze dal pubblico, nonostante l’entusiasmo inviti a stringersi un po’. Siamo professionisti, ci stiamo comportando in modo scrupoloso».
La prossima settimana torni “a casa”. E, meteo permettendo, si sale sul colle dell’Agnello.
«Non vedo l’ora di essere in Piemonte, sono sicura che la tappa che passa in valle Varaita sarà decisiva per il Giro e noi ce la metteremo tutta, con la nostra energia, per divertire il pubblico».
Emozionata?
«Sì, il passaggio a Pontechianale per me è un amarcord. Mio nonno costruì una casa a Pontechianale, recentemente rilevata dalla mia famiglia. In alta valle Varaita ho imparato a sciare, lì conservo un sacco di ricordi d’infanzia. Tornarci insieme alla Corsa Rosa sarà per me qualcosa di speciale».