E Carlo De Chiesa creò a Saluzzo una scuola italiana dei dentisti ricordo Dieci anni fa l’addio al leader del mitico gruppo Amici di Brugg

E Carlo De Chiesa creò a Saluzzo una scuola italiana dei dentisti ricordo Dieci anni fa l’addio al leader del mitico gruppo Amici di Brugg
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Tutti sanno che Saluzzo fu capitale di Marchesato. Per i dentisti italiani, Saluzzo è ancora una capitale, grazie a Carlo De Chiesa che qui, sotto il Monviso, ha creato una scuola odontoiatrica di fama internazionale.

Ricorrono in questi giorni i 10 anni dalla morte del dottor Chiesa - avvenuta la domenica 24 ottobre 2010, a 86 anni - e la sua figura si staglia come un monumento di umanità e genialità professionale.

La sua memoria è tuttora celebrata, nel mondo che lo vide maestro di protesi e gnatologia e caposcuola di clinica pratica, dal circolo degli Amici di Brugg. E’ questa un’associazione promossa nel 1958 da alcuni dentisti italiani - tra cui De Chiesa, allora 34enne ma già leader riconosciuto - che avevano frequentato lo studio del dottor Augusto Biaggi nella cittadina di Brugg, vicino a Zurigo. Con “Bubi” Biaggi, persona di carisma e pioniere della moderna odontoiatria, operava come assistente un giovane ticinese, Luigi Castagnola, futuro luminare.

Nella colonia degli “apprendisti” venuti dall’Italia c’erano Vergnano, Garberoglio, Montecucco, Bazzoli, Bracco, Fonzar, Melilli, Toffenetti, Guastamacchia: tutti nomi destinati a brillanti carriere. Insieme decisero di formare gli Amici di Brugg, e De Chiesa mise a disposizione il suo studio, allora in piazza Garibaldi, come sede e “laboratorio” di innovazione.

La mission fu chiara fin dagli inizi: «La reciprocità di un gruppo di Odontoiatri ed Odontotecnici che si stimano a vicenda e che sono pronti ad intervenire in aiuto uno dell'altro con entusiasmo».

In tale brodo di coltura, condito da un festoso clima di amicizia goliardica, è nata e cresciuta l’esperienza che ha indirizzato la vita di De Chiesa, e Saluzzo ha acquistato notorietà per la sua scuola-cenacolo capace di perfezionare nelle nuove tecniche di una specialità in quel periodo negletta: i dentisti venivano ancora considerati medici di serie B e molti condotti esercitavano anche il mestiere di cavadenti.

Vennero organizzati i primi congressi a Milano, Stresa, e poi a Rimini, che ebbero ben presto grandissimo successo, sotto il piglio manageriale di un De Chiesa ormai nominato presidentissimo.

Ricorda il figlio Alberto, che dal 2019, seguendo le orme paterne, è diventato presidente degli Amici di Brugg: «Ho vissuto quel periodo da ragazzo, da studente, e solo in seguito mi sono accorto di quanto fu incredibile. Ogni volta che incontro un collega nato tra gli anni ‘45-‘60 mi dice di essere stato a Saluzzo. La mia mente fa un salto indietro, e ho la visione di mio padre su quel palco di Rimini che apriva gli oceanici congressi degli Amici di Brugg negli anni ’80 e ’90...».

Oggi Alberto, con il fratello Franco, guida lo studio De Chiesa. Il terzo fratello, Paolo, ha invece trovato gloria nello sci. A tre maschi si aggiunge la sorella Giovanna. Sono i quattro figli che Carlo ha avuto dalla moglie Jole Ferraris. Legatissimo alla famiglia, il dottor De Chiesa in quegli anni ruggenti ha avviato un lungimirante sodalizio professionale con Giancarlo Pescarmona, conosciuto alla scuola di Medicina Dentaire di Ginevra.

Originario di Paesana, Pescarmona aveva già deciso di stabilirsi a Genova, ma dopo una visita a Saluzzo, non esitò un istante a mollare tutto. «Quello che mi colpì in particolar modo di Carlo era la precisione nel lavoro: diceva che non era ammissibile fare più di un ritocco, altrimenti il lavoro andava rifatto» ha sottolineato Pescarmona in una recente intervista.

Lo studio De Chiesa-Pescarmona divenne un esempio di quello che sarebbero poi diventati molti altri studi. Una grande squadra dove - in linea con lo spirito degli Amici di Brugg - era data importanza al lavoro dell’odontotecnico e alla sinergia medico-tecnico, nell’ambito ognuno delle proprie competenze, per ottenere un risultato di qualità. Il team via via si è allargato a nuove figure, quali l’igienista dentale e le assistenti alla poltrona. I vari operatori - De Caroli, Manna, Robello, Lanteri - vennero suddivisi per branche specialistiche. E mentre la clientela aumentava, attratta dalla novità, presero il via per poi moltiplicarsi gli acclamati corsi, con insegnamenti di conservativa, endodonzia e protesi, dai quali sono passati moltissimi dentisti che hanno appreso le basi di un’odontoiatria d’avanguardia.

La vera rivoluzione fu il passare dal mero insegnare al “far fare”: denti in sapone, montare la diga, cavità, ricostruzioni, tutto guidato da un istruttore e filmato da una telecamera secondo quanto Pescarmona aveva appreso a Ginevra. Racconta Alberto De Chiesa: «Ho visto i corsi diventare sempre più tecnologici, con le riprese tv a circuito chiuso... e ho negli occhi le decine di dentisti ammassati sui divani del mitico Hotel Astor, a poca distanza dallo studio, che assistevano agli interventi in diretta».

Invitato negli Stati Uniti, a illustrare le sue “invenzioni”, Carlo De Chiesa aveva conosciuto Peter Thomas, il dentista più famoso d’America. «Thomas - ricorda il dottor Pescarmona - era un grand’uomo, con una manualità incredibile. Era geniale, nel suo studio di Los Angeles risolveva dei casi impressionanti. Lavorava a Beverly Hills, un posto che gli ha permesso di fare cose eccezionali, lavori molto estetici, ceramiche bellissime: i pazienti erano tutti gli attori di Hollywood, per esempio Gary Cooper e Marilyn Monroe». Tra l’americano e l’italiano la simpatia è stata immediata, trasformandosi in amicizia e collaborazione professionale.

Venuto a Saluzzo invitato da De Chiesa, Thomas ci ha preso gusto, ritornandoci ogni anno. Si era innamorato della collina e delle valli, nonché della trattoria “Da Rebu” a Verzuolo, dove si faceva servire il Barolo nella frappeuse del ghiaccio.

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