«Vivo il Giro da dentro È la corsa più bella»

«Vivo il Giro da dentro È la corsa più bella»
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Si sta ritagliando un ruolo da “regina” la ginnasta Marta Giuliano all’interno dello staff del Giro d’Italia. La verzuolese di Villanovetta, da dieci anni impegnata nella Corsa Rosa («Mi manca di correrlo in bici, poi ho fatto tutto» scherza), quest’anno è la responsabile della mini-carovana Toyota che apre la kermesse e regala spettacoli a corredo della rassegna sportiva. Contorsionista di comprovata esperienza, è figlia d’arte (mamma Mirella Durbano è la fondatrice della Libertas Saluzzo, dove Marta insegna) e negli anni ha sviluppato in tutto il mondo significative competenze come coreografa.

È la responsabile di una comitiva composta da 4 persone ma, dice, «sono gli ospiti che salgono sul nostro palco con tante belle storie da raccontare, da Bebe Vio a Levante a Ganna, e l’entusiasmo del pubblico, in particolare quello dei piccoli e degli anziani a fare la differenza. Per lo show e per la mia soddisfazione».

Un Giro strano questo...

«È un Giro particolare, ma per me è il più bello: mi sento parte di questo evento, oltre a lavorare me lo sto godendo. In auto seguo radio-corsa in tutte le lingue: noi dobbiamo gestire gli spostamenti in funzione della gara, quindi dobbiamo sempre essere connessi. Mai come quest’anno sto vivendo da dentro gli umori delle squadre e dei ciclisti. Domenica, per esempio, abbiamo partecipato a una cena, con l’Astana: pur con tutte le precauzioni, un momento di allegria prima della sosta di lunedì».

Che aria si respira, visti i contagi tra atleti e staff della corsa?

«Abbiamo attraversato giorni di incertezza, poi una fase più tranquilla. Per convalidare il Giro era necessario arrivare fino a venerdì. Da adesso in avanti si marcia a vista, anche se i controlli sono talmente tanti che penso si possa arrivare a Milano. I ciclisti vivono dentro una “bolla di vetro” e scherzano del fatto che per la prima volta lo spauracchio del “positivo” nel mondo delle bici sia legato ad un virus e non al doping».

Quante probabilità abbiamo di vederti esibire nella “tua” Pontechianale per il tappone che passa dal Colle dell’Agnello?

«Domenica un po’ di neve l’abbiamo incontrata a Piancavallo: non sarà questa a spaventare i ciclisti. Però è naturale che, se le condizioni dovessero essere estreme, è contemplato un cambio di programma. Ma io ci conto: ho tanti ricordi di infanzia a Pontechianale e ho atteso tanto questa tappa».

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