Scarnafigi “corregge” la scritta con una targa smorza-polemica
«Chi non ricorda la storia è destinato a ripeterla». Il sindaco di Scarnafigi, Riccardo Ghigo, e l’amministrazione comunale hanno posizionato una targa, con questa frase, accanto alla scritta fascista, in via Umberto I, all’ingresso del paese, recentemente restaurata. L’iniziativa, che si inserisce in un contesto più ampio di recupero delle antiche immagini e dei dipinti lungo le vie e nei luoghi pubblici del paese, aveva scatenato a Scarnafigi un’accesa polemica.
“Camminare, costruire, e se necessario combattere e vincere”, con tanto di firma “Mussolini”, così si legge nell’insegna affrescata sul muro di via Umberto I. La frase riporta le ultime parole che il Duce pronunciò a Torino, nel 1932, per celebrare i dieci anni del regime. Negli anni del fascismo questi proclami pronunciati dal Duce venivano regolarmente inviati ai singoli Comuni d’Italia, con l’invito a riprodurli sui muri delle case, agli ingressi del paese.
Scarnafigi scelse quella frase e la posizionò sul muro di cinta retrostante il castello, ben visibile da tutti coloro che entravano in paese da Savigliano e Monasterolo.
La particolarità è rappresentata dal fatto che accanto al proclama fascista è riprodotta, in lettere corsive, anche la firma del Duce “Mussolini”.
Passata la guerra, il manufatto restò lì, abbandonato, sbiadito dal tempo. Fino a un paio di mesi fa, quando, all’interno del progetto comunale di recupero, ma finanziato con fondi privati (e sotto il benestare della Soprintendenza), la frase è stata restaurata. Scatenando il dissenso di un gruppo di cittadini di Scarnafigi e una lettera di protesta dell’Anpi di Cuneo.
Ora è accompagnata da una targa, più piccola, che reca l’aforisma del filosofo George Santayana: «Chi non ricorda la storia è destinato a ripeterla», la stessa che compare all’ingresso del campo di concentramento di Dachau, in Germania.
Non sarà l’unica, a corredo del proclama della discordia. In centro paese, un pannello informativo e una mappa indicheranno dove si trovano i quindici reperti restaurati. Non solo la scritta fascista, ma anche un antico stemma del Comune, insegne di vie risalenti ad un secolo fa, figure di santi e un affresco della Madonna.
Accanto a ogni manufatto recuperato comparirà inoltre una tabella recante la storia dello stesso e una serie di informazioni a corredo.