Urne e resti funebri dell’epoca di Cesare

Urne e resti funebri dell’epoca di Cesare
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Un altro tassello della Cavour romana emerge dai terreni attorno alla Rocca. Le indagini archeologiche preventive su lavori per la realizzazione di un nuovo tratto di pista ciclabile a Cavour, lungo la provinciale per Villafranca, hanno fatto emergere nuove e importanti testimonianze dell’antica Forum Vibii a pochi passi dall’abbazia di Santa Maria.

In un terreno soggetto a vincolo archeologico sin dal 1994 per la scoperta di strutture di età romana imperiale e di alcune sepolture a cremazione, risalenti tra il I secolo a.C e il 200 dopo Cristo, è stata individuata una ristretta porzione dell’area anticamente usata per i roghi funebri, in cui sono state portate alla luce nuove tombe ad incinerazione oggetto di studio.

Sull’area erano in corso i lavori da parte della ditta Godino, coordinati dal geometra Cristian Lacroce.

Secondo quanto rilevato nell’indagine, svolta sotto la direzione scientifica della Soprintendenza e condotta dall’archeologa del museo archeologico di Caburrum, Anna Lorenzatto, con la collaborazione degli archeologi Elisa Bessone e Yuri Godino, coadiuvati dal cavourese Christian Falato, è possibile che l’area sia stata sfruttata ad uso funerario per un arco di tempo di più secoli, sin da prima della fondazione di Forum Vibii in età cesariana.

Federico Barello, della soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Torino, conferma che gli oggetti potranno essere restaurati nei laboratori della soprintendenza e andare ad arricchire l’esposizione del museo archeologico di Caburrum, che già ospita i materiali provenienti dalla zona, compresa una sepoltura entro anfora recuperata nel 2007.

«Di grande importanza - asserisce Barello - sarebbe ora poter effettuare analisi di laboratorio sui resti umani e vegetali carbonizzati rinvenuti, che arricchiranno il quadro delle conoscenze su quella che dovette essere il più antico luogo di sepoltura a servizio dell’antico insediamento presso la Rocca».

Sottolinea l’assessore comunale alla Cultura, Leonardo Crosetti: «Questo ritrovamento dimostra la ricchezza storica che si trova al di sotto di noi e ci da una prospettiva di crescita della collezione museale: ora dobbiamo lavorare sulla divulgazione, sull’attrattiva e sul mantenimento dell’esistente. L’intero complesso abbaziale, vero e proprio museo a cielo aperto, è costante oggetto di attenzioni».

«Il prossimo intervento - annuncia Crosetti - sarà la manutenzione del tetto dell’ex monastero, oggi sede dell’esposizione della collezione romana, grazie all’impegno economico del Comune e a fondi ottenuti dalla Fondazione Crt».

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