«Cancellare l’Agnello all’ultimo minuto è stata una beffa, ma ci ricandideremo»
È stato come vedere svanire un sogno all’improvviso dopo mesi di lavoro. Portare il Giro d’Italia sul colle dell’Agnello ad ottobre sarebbe stata un impresa, e il traguardo era davvero ad un passo. Poi è arrivata l’ordinanza del dipartimento Hautes Alpes - su preciso input del comitato di crisi del governo di Parigi - a evitare gli assembramenti sul suolo pubblico con più di sei persone e la comunicazione del sindaco di Briancon a negare l’autorizzazione al passaggio in terra di Francia per l’emergenza sanitaria in corso.
Silvano Dovetta, sindaco di Venasca e presidente dell’Unione montana Valle Varaita, commenta: «E’ una beffa, non ci aspettavamo questo atteggiamento dei francesi. Noi eravamo pronti, e continuiamo ad esserlo. Ci ricandideremo».
Oliviero Patrile, sindaco di Pontechianale, era pronto ad accogliere la Corsa Rosa: «Siamo rammaricati e delusi. La notizia ci ha fatto rabbia, ma la accettiamo. La salute viene prima di tutto. Speriamo di rivedere presto l’Agnello nel tracciato del Giro, a partire già dal prossimo anno. Il comitato organizzatore e la Provincia hanno fatto un gran lavoro».
Parla di occasione perduta anche Domenico Amorisco, primo cittadino di Sampeyre: «Davvero un peccato, però è una decisione presa per causa di forza maggiore, giusto tutelare la salute delle persone. Non possiamo prendercela con nessuno, è un Giro anomalo, in una stagione che non è la sua. Però ci si poteva muovere in modo diverso, chiedendo garanzie e autorizzazioni sul passaggio al momento della stesura del tracciato».
Fabrizio Nasi, sindaco di Costigliole: «Eravamo preparati, ci abbiamo sperato fino all’ultimo e dobbiamo conservare questo spirito di coinvolgimento che ci ha visto lavorare tutti insieme per un evento così importante».
La delusione accomuna anche i francesi, che erano pronti ad ospitare la corsa. Osserva Valérie Garcin, sindaco di Molines-en-Queyras e consigliera del dipartimento Guillestrois-Queyras: «Non è il meteo a fermarci, ma il Covid. Il nostro dipartimento era pronto, e Agnello e Izoard si potevano percorrere. Continueremo a lavorare per ospitare i grandi eventi ciclistici, anche italiani, sul nostro territorio».
Intanto, la Provincia ha disposto la chiusura del valico per la stagione invernale.