Quando Pavese insegnò in città

Quando Pavese insegnò in città
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Cinquecento lire all’ora per una lezione con Cesare Pavese.

È quanto il podestà di Saluzzo, Carlo Minoli, corrispondeva nel 1931 all’illustre autore, che ai tempi era un giovane letterato, per una supplenza di alcuni mesi, dal marzo al dicembre dello stesso anno, nel Liceo comunale. I documenti che narrano la presenza di Pavese a Saluzzo sono stati recuperati nell’archivio storico comunale dallo storico Livio Berardo.

Minoli aveva offerto il contratto a Pavese per la cattedra vacante di latino, storia e filosofia. Diciotto ore settimanali al compenso pattuito e una tessera tramviaria (di prima classe) per gli spostamenti.

Nato a Santo Stefano Belbo nel 1908, Pavese, dopo la morte del padre, si trasferì a Torino con la madre, e frequentò le scuole medie dei Gesuiti, per poi iscriversi al Liceo classico Cavour dove scelse il ginnasio con l'indirizzo moderno, che non prevedeva lo studio della lingua greca. Nel periodo che va dal settembre 1931 al febbraio 1932, quindi durante la supplenza a Saluzzo, Pavese compose un ciclo di racconti e poesie dal titolo “Ciau Masino”, rimasto a lungo inedito, che verrà pubblicato per la prima volta nel 1968.

Nel 1933, per poter insegnare nelle scuole pubbliche si arrese alle insistenze della sorella e si iscrisse al partito nazionale fascista.

A Saluzzo Pavese fu assunto in sostituzione del professore, e preside, Maranzano, che era stato licenziato per problemi di salute. Nella stessa circostanza, in via eccezionale, fu nominata preside del liceo una donna: la contessina Sofia della Chiesa di Cervignasco, già professoressa di italiano e preside dell'Istituto commerciale.

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