L’orologiaio di vicolo Deportati

L’orologiaio di vicolo Deportati
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Gli orologi non avevano segreti per Ugo Toselli, l’artigiano di 87 anni di cui sabato scorso in cattedrale sono stati celebrati i funerali.

Aveva ereditato il mestiere di orologiaio e orefice dal padre Matteo che, negli anni ‘40, aveva aperto l’attività in vicolo dei Deportati Ebrei. Nel corso dei decenni aveva mantenuto inalterato il suo negozio-bottega, caratterizzato dal fatto di essere situato al primo piano dello stabile.

«Si accedeva da un porta sulla via – ricorda il nipote Roberto – e si saliva la scala, solo allora si entrava nel vero negozio, con tanto di bancone, vetrina e laboratorio alle spalle. Mio zio Ugo e sua moglie Angela (Lina) hanno sempre vissuto nell’alloggio adiacente. Si sono sposati nel 1969 e da allora zia Lina ha dato una mano in negozio, fino alla pensione, nel 2000».

Toselli aveva imparato il mestiere dal padre ed era conosciuto per la grande maestria nel suo lavoro. «Aveva una clientela vasta e variegata – continua il nipote, che gestisce la tipografia Edelweiss nello stesso vicolo -, ma un rapporto particolare con i saluzzesi di campagna, che amavano servirsi da lui per orologi e gioielli. Era garbato e gentile con tutti e per me è stato come un secondo padre».

Lascia la moglie Angela, la sorella Bruna, la cognata Mariuccia, nipoti e pronipoti.

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