Nell’anno più duro la frutticoltura continua a fare (bene) la sua parte

Nell’anno più duro la frutticoltura continua a fare (bene) la sua parte
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Con queste pagine dedi cate al “Mondo Frutta” continuiamo gli appuntamenti stagionali che scandiscono la vita del comparto frutticolo, perno dell’economia saluzzese.

L’iniziativa della Gazzetta si pone anche come ribalta dei nostri produttori e operatori, in questi mesi segnati dall’emergenza sanitaria che ha rivoluzionato l’esistenza di tutti, abbattendo certezze e sconvolgendo abitudini che davamo per scontate. Prima fra tutte la socialità, oggi messa a dura prova da un’affannosa corsa alle restrizioni imposte da una situazione che rischia di andare fuori controllo.

ll mondo agricolo, e nella fattispecie quello frutticolo per come abbiamo imparato a conoscerlo, si nutre di tanto lavoro, di sacrifici, di sfide imprenditoriali, ma anche di momenti di incontro e confronto, di mercati e di fiere.

Ora che tutto questo è stato sottratto dalla brutalità di un virus mondializzato, dobbiamo contentarci di parole e immagini a distanza, per le quali le pagine di un giornale inserito nella comunità rappresentano comunque un approdo e un riferimento.

Parliamo dunque della nostra realtà frutticola alle porte di San Martino, che un tempo faceva da spartiacque nell’annata contadina. Nell’anno più duro della nostra storia recente, la frutticoltura continua a fare (bene) la sua parte. L’andamento produttivo e commerciale è, come sempre, in oscillante altalena, movimentata per di più dagli schiaffi del cambiamento climatico (mai visto da queste parti uragani e grandinate siffatte).

Il quadro generale è di una buona tenuta del settore, grazie indubbiamente alla capacità degli imprenditori e delle aziende locali, che confermano le etichette di eccellenza attribuite da tempo al “made in Saluzzo”. Soddisfacenti sono risultati i prezzi nella prima parte della stagione, relativi a mirtilli e pesche.

Sulle mele la partita è in pieno corso: i quantitativi non mancano, la qualità nemmeno, è ancora da vedere se l’aspettativa economica sarà rispettata. Del kiwi sappiamo che perde ettari (la morìa continua) ma non la quotazione.

In merito al nodo della remunerazione, un produttore ci ricordava in questi giorni che il valore dell'ortofrutta è rimasto fermo a 20 anni fa. Nel 2001, prima dell’entrata in vigore dell’euro, gli ultimi prezzi di liquidazione delle mele erano di 600 lire al chilo. Oggi la liquidazione media è di 0,30 euro/kg. Nel frattempo in frutticoltura i costi sono più che raddoppiati.

Fate un po’ voi.

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