Mattio 10 anni dopo merita un ricordo
Il 21 giugno del 2011, primo giorno di estate, il paese apprese della morte di Giovanni Battista Mattio. L’ex sindaco degli anni Novanta, ex assessore e consigliere di Comunità Montana, aveva da pochi mesi compiuto 90 anni, quasi la metà dei quali spesi ad occuparsi del suo paese e della sua valle. A lui - con indosso i panni dell’organizzatore - Paesana deve anche l’unica vittoria di un suo carro al Carnevale di Saluzzo: rappresentava la seggiovia di Crissolo sui cui seggiolini sedevano tanti bambolotti con in testa il cappello da alpino.
L'onesto Mattio aveva doti rare di umiltà e generosità.
Non c’era occasione, momento di difficoltà, ricorrenza particolare che Mattio non sapesse cogliere per correre in aiuto di qualcuno, meglio se debole e disagiato. Le testimonianze in tal senso si sprecano. Da imprenditore, si inventò produttore di quei “Panettoncini Monviso” che accompagnarono per anni la colazione a scuola dei ragazzi.
Poi le sale da ballo: al “Pino Verde” di via Barge è seguito il mito del “Fortino” di via Belloni.
Prim’ancora che amministratore (che, purtuttavia, seppe dare il via ai progetti di un nuovo asilo e dello stabilimento per l’imbottigliamento dell’Acqua Minerale Eva), Mattio è stato uno dei pochi “personaggi” del paese degli ultimi vent’anni. Eppure, per lui, neppure un “grazie”.
Dedicargli una via o una piazza sarebbe stato il minimo sindacale. Se ne parlò a lungo, ma non se ne fece mai nulla, stante la dichiarata ostilità di due terzi della giunta dell’epoca, nonostante un documento di un autorevole esponente della maggioranza - Marco Margaria - sembrava far pensare l’esatto opposto: «Potrebbe essere un motivo di riflessione oltre che un’occasione per ricordarlo. Per chi ha conosciuto Giovanni Battista Mattio quella piazza’ potrebbe essere un promemoria, qualcosa che ricordi a tutti i concittadini la straordinaria capacità di un uomo che ha saputo realizzare opere importanti per il suo paese. Queste parole rappresentano il mio desiderio e confido quindi nella vostra disponibilità nel sottoscrivere questa mia richiesta e di dare inizio all’iter burocratico».
Un documento che invece finì nel dimenticatoio, provocando una pericolosa sbandata dell’allora maggioranza.
Poi, qualche anno fa, pur di evitare un’annunciata raccolta di firme per perorare l’intitolazione di una piazza che avrebbe potuto avere effetti devastanti per chi guidava il Comune, ecco uscire dal cilindro magico comunale una frettolosa intitolazione della locale bocciofila. Una sorta di contentino, una caramellina per far stare buono il bimbo riottoso.
Ora che il clima politico è cambiato, e Marco Margaria è diventato il vicesindaco del paese, l'argomento potrebbe essere rispolverato. Una mezza idea c'è: il “piazzale” degli impianti sportivi sembra essere messo lì apposta: non ha ancora un nome e non creerebbe variazioni alla toponomastica del paese.
Fra sette mesi ricorreranno i 10 anni dalla morte di Mattio: intitolargli quel “piazzale” sarebbe il modo tardivo per dirgli quanto il paese sia grato a questo generoso galantuomo prestato alla politica.