Beccacini dice addio all’Anpi Dronero

Beccacini dice addio all’Anpi Dronero
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Ha suscitato una ridda di commenti e polemiche l’intervento di qualificazione disposto dall’amministrazione comunale sul Monumento ai Caduti del 1955. Mentre una larga fetta di cittadinanza ne ha apprezzato le migliorie e il nuovo look, alcuni, soprattutto gli esponenti dell’Anpi, hanno criticato l’intervento: «Uno scempio. Dell’aspetto paesaggistico che era il cuore del monumento rimane solo più una lapide senza l’erba e il muschio che la rendevano così caratteristica, contornata da qualche nuova pianta sistemata alla rinfusa, dando al tutto un aspetto spettrale».

La delusione è tanta che il presidente dell’associazione Partigiani dronerese Corrado Beccacini, ha rassegnato le dimissioni. Una scelta che, per sua stessa ammissione, è anche dovuta a questioni sociali: «Avremmo dovuto trovare anche all’interno del nostro direttivo una sintesi unitaria sulla questione» ammette.

Scrive Beccacini, presentando nella sua lettera di commiato, l’immagine del monumento prima dell’intervento: «Si presentava così, in tutta la sua commovente bellezza. I partigiani lo dedicarono ai Caduti nella piazzetta intitolata ad un loro comandante, Mario Scaglione, primo sindaco della Dronero liberata. Un monumento semplice, ma carico di tanti significati, con cui avevano voluto ricreare simbolicamente un paesaggio delle nostre montagne, su cui molti di loro avevano combattuto e molti dei loro compagni avevano dato la vita».

Una perizia aveva messo in dubbio la stabilità dell’abete, ma secondo il presidente dimissionario si sarebbe potuto salvare il cipresso, quello che molti ricordano semplicemente come il grande “pino” che si vedeva in lontananza già dall’imbocco del Viale Sarrea: «Sarebbe stato certamente possibile tagliare alcuni rami bassi, volendo anche abbassare la chioma di un paio di metri, ma non era assolutamente obbligatorio il suo abbattimento – continua Beccacini -. A maggior ragione la maestosa betulla poteva essere semplicemente potata, tanto più che alcuni cittadini si erano offerti per sostenere tutti gli eventuali costi, ma anche questa proposta non è stata accolta dal Comune».

Il capogruppo lascia con un ultimo sfogo: «Continuerò a condividere tutti i valori che ho sempre cercato nel mio piccolo di mantenere vivi all’interno di Dronero, perché voglio che almeno i più giovani sappiano che non tutti abbiamo dato il nostro consenso a ciò che giustamente viene adesso percepito come un’autentica pugnalata al cuore della nostra cittadina: sappiano che non lo hanno fatto nel mio nome».

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