Raffaella: il disegno viene dal cuore

Raffaella: il disegno viene dal cuore
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Raffaella Giaime, artista di Bagnolo, si era appassionata al disegno e alla pittura con tempere e acquerelli quando ancora frequentava la scuola media. In quegli anni, da autodidatta, aveva imparato la tecnica della quadrettatura, metodo a cui ancora oggi ricorre. Durante il percorso di studio al liceo ha scoperto la pittura a olio e nell’estate tra la prima e seconda superiore ha realizzato il suo primo quadro su tela.

A seguito di un incidente che ha bloccato l’artista per alcuni mesi, Raffaella si è dedicata alla pittura nel tempo a sua disposizione. A quel periodo risale un suo secondo quadro (una riproduzione di Van Gogh).

Terminati gli studi liceali ha tralasciato l’arte e si è dedicata a qualche sporadico disegno per puro piacere.

Quando ha ripreso l’attività artistica?

«A inizio 2020 ho visto su Facebook alcuni ritratti realizzati da un amico “virtuale” e ne sono rimasta ammaliata. Un mio grande desiderio è sempre stato quello di poter partecipare a un corso per imparare a disegnare ritratti. Questa primavera, durante il periodo del lockdown, sempre sui social ho visto la pubblicità di alcuni corsi online di disegno e ne sono rimasta incuriosita. Non ho però aderito ad alcun corso, mi sono limitata a chiedere delucidazioni e, a seguito dei preziosi consigli ricevuti sulla tecnica e sui materiali da utilizzare, ho acquistato le mie prime matite e carboncini e ho iniziato a disegnare e sperimentare come autodidatta».

Come nasce un’opera a matita e carboncino?

«Per la buona riuscita di un disegno, e soprattutto per un ritratto, è fondamentale scegliere una fotografia che susciti e che catturi il mio interesse. Per quanto riguarda la rappresentazione degli animali osservo lo sguardo, che è l'anima del disegno. Anche scegliere un disegno che si ritiene al di sopra delle proprie capacità è stimolante poiché è una "sfida" ed è proprio questo che porta alla riuscita: provare e cercare di migliorarsi sempre».

«Una volta scelto il soggetto stampo la fotografia e la quadretto, poi prendo il foglio sul quale realizzerò il disegno e inizio l’opera copiando l’immagine scelta. Terminato il disegno inizio a colorarlo e sfumarlo con le varie matite e carboncini. Come ultimo passaggio creo lo sfondo».

Che cosa cambia nel passare dai colori al bianco e nero?

«Questione di sensibilità diverse. A guidarmi è l’estro, più che la tecnica. Al momento realizzo le mie opere utilizzando le classiche matite da disegno, tutta la scala delle “H” e delle “B”, e i carboncini. Ora ho in programma di riprendere in mano il pennello per un olio su tela».

Si ricorda del suo primo disegno?

«Più che mai. Il mio primo disegno è stato un occhio: avevo visto una foto che mi aveva affascinata molto. Successivamente ho iniziato con alcuni animali e poi sono passata ai ritratti».

Ha mai lavorato su commissione?

«Mi è stato chiesto un ritratto l’ho realizzato volentieri, non a scopo di lucro. Altri disegni o ritratti li ho regalati e qualcuno me lo sono tenuto».

Quali sensazioni si vivono durante il processo creativo?

«Per alcuni soggetti è un lavoro certosino, in quanto sono molto attenta e a volte maniacale nei dettagli. Sto cercando di capire quale sia il mio stile, di svilupparlo e, perché no, di modificarlo a seconda del soggetto da ritrarre. Essendo una passione e soprattutto un hobby è un modo per impiegare il tempo, anche se quando inizio un disegno non vedo l’ora di vederlo finito».

E questa si chiama passione, non è vero?

«Certamente. Quando sono all’opera riverso tutta la mia passione e il mio amore perché pratico una cosa che mi piace e che mi dà soddisfazione. È una gioia immensa! Mi si riempie il cuore quando, man mano, vedo che riesco in quello che faccio. Vado avanti con la speranza di riuscire a riportare su carta l'espressione che mi ha colpito. A volte, finito un disegno, lo guardo e mi dico: “Caspita, l'ho fatto io, come ci sono riuscita?”».

Qual è il messaggio implicito che intende trasmettere disegnando?

«Mi piacerebbe suscitare emozioni in chi guarda un mio disegno e far in modo che affascini come ha colpito me. I gusti su cosa piace, non piace o piace meno sono soggettivi. Alcuni possono rimanere ammaliati per la tecnica e per il lavoro che c'è a monte, altri per i sentimenti che un semplice disegno può suscitare».

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