Capello: credo nel territorio

Capello: credo nel territorio
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Ha alle spalle un percorso lungo e ricco di esperienza Daniele Capello, l’uomo che si candida con la squadra del candidato presidente Filippo Gliozzi per essere un rappresentante del territorio non solo formale ma soprattutto operativo per il Comitato Figc/Lnd in tutta la zona del Marchesato e oltre.

Nove stagioni da allenatore, cinque da selezionatore e nove da dirigente sono il suo biglietto da visita. E’ partito da Villafranca, passando poi per Morevilla, Saviglianese, Airaschese e Luserna, per approdare infine alla guida del Moretta. Un ruolo non soltanto da uomo di campo, ma anche e soprattutto da amministratore e gestore di una realtà, quella di Moretta, che pur nella dimensione “famigliare” ha il volto di una vera azienda.

Per la sua storia personale, Capello guarda a nuova frontiera di comunicazione, interazione, trasparenza e scambio di idee con il territorio, attività che in questi anni non si sono messe in pratica: «Finora si è detto di voler cambiare tutto, ma di fatto non si è cambiato niente. Anche perché le persone sono sempre le stesse, e senza la volontà di ascoltare. Nella mia esperienza ho visto che essere propositivi dal territorio non è servito a nulla, si è rimasti sempre inascoltati. Non solo sono mancati gli investimenti, ma si è pensato a tagliare tutto il tagliabile come ad esempio è stato per le Rappresentative. Appoggio la candidatura di Filippo Gliozzi perché è ora di cambiare le cose, dopo 20 anni in cui le persone sono sempre le stesse mentre il calcio è radicalmente cambiato».

Un movimento, quello del calcio del territorio, che non può che accusare duramente i colpi della pandemia Covid-19, che sta danneggiando non solo le casse delle società, ma anche demolendo le speranze nel futuro.

Osserva Capello: «Sentendo le società, si respira la paura di non potercela più fare. Si tratta di realtà con un’organizzazione ancora vecchio stile, che andrebbe rinnovata e queste sono grida di allarme che abbiamo già lanciato diverse volte verso il Comitato Regionale, ma senza risultati. A questo proposito credo che vada rivista soprattutto la gestione delle risorse economiche. Si è vicini alle nostre società stando con loro sul campo: così se ne comprendono i problemi. Stando chiusi negli uffici dietro le scrivanie, non c’è modo di migliorare la situazione».

Capello guarda anche a un altro campo, quello della comunicazione e del marketing, dove il movimento calcistico può crescere molto con una vera volontà di cambiare registro: «Il calcio si è evoluto molto, mentre a livello locale si è rimasti fermi. Non bastano un comunicato e poco altro per fare comunicazione nel mondo di oggi, serve valorizzare il proprio prodotto per poi poterlo proporre. Le idee ci sono, ma vanno messe in pratica con le giuste professionalità e con una filosofia ben precisa. Affidarsi al solo volontariato delle società per promuovere il prodotto calcio, è una strategia non più sostenibile».

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