Il prof teatrante che insegnò ai ragazzi a vivere lo studio con allegria e a cercare il bello
Mercoledì mattina si sono tenuti, nella chiesa di Villanovetta, i funerali del professor Mario Mate, mancato all’età di 78 anni, per un aneurisma all’aorta.
Aveva svolto diversi lavori nella sua vita, come dipendente di Fiat, Gabetti e docente di corsi di formazione per laureati. Poi aveva aperto un doposcuola a Manta e l'aveva chiamato “Doposcuola Amico” perché per lui l'insegnante doveva essere anzitutto una persona di cui potersi fidare.
Impartiva anche ripetizioni private sempre con lo spirito scanzonato che lo contraddistingueva: «L'apprendimento avviene meglio - diceva - se si fa ridendo e scherzando».
Era componente del gruppo degli alpini di Montanaro, paese della provincia di Torino dove è nato e a cui è rimasto legato tutta la vita. Proprio ai ricordi della sua infanzia e alla storia della nonna è dedicato il suo libro “Suta ij porti”, ambientato alle porte del capoluogo. Mario Mate ha recitato in compagnie teatrali torinesi e poi a Villanovetta (Motobin) e Saluzzo (Teatro del Marchesato), trasmettendo la passione della recitazione anche alla figlia Silvia, che lo ricorda con queste parole: «Papà era una persona eccezionale, di grande saggezza e spirito. La sua passione erano i libri. Far studiare i ragazzi, credendo in loro, la sua missione. Il suo motto era “Gira la medaglia”: ci ha insegnato a cercare il buono negli accadimenti, nelle persone e nelle cose».
Con Silvia, lo piangono la moglie Adelina “Deli” Sforzin, il figlio Davide, i nipoti Giulia e Arianna.