La ricerca è stata svolta strutturando 6 classifiche di settore con 15 indicatori. Alessandria fanalino di coda Qualità della vita: Cuneo la prima in Piemonte: L’indagine del «Sole 24 Ore» sulle città italiane

La ricerca è stata svolta strutturando 6 classifiche di settore con 15 indicatori. Alessandria fanalino di coda Qualità della vita: Cuneo la prima in Piemonte: L’indagine del «Sole 24 Ore» sulle città italiane
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Quali sono le caratteristiche che amate di più della vostra città? Avete mai pensato di trasferirvi in una città migliore? Viene da chiederselo, a guardare la classifica del Sole 24 Ore che stila un elenco dettagliato, a seguito di un’indagine approfondita, sulla qualità della vita nelle 107 province italiane.

LA RICERCA

La ricerca è stata svolta strutturando 6 classifiche di settore con 15 indicatori; una ricerca collaterale è stata fatta indagando gli effetti Covid e l’impatto della pandemia sui vari andamenti.

Emerge che – nella classifica finale – la miglior città in cui vivere in Italia (nel 2020) si è dimostrata Bologna. La peggiore, Crotone. Crolla Milano, in testa nelle ultime due classifiche annuali. Sparpagliate su (ma non troppo in alto) e giù (ma nemmeno troppo in basso) nella classifica, anche le province piemontesi.

IL PIEMONTE

La città con la migliore qualità di vita nella nostra regione, secondo il Sole, è Cuneo che si piazza al ventesimo posto (su 107), ma è quasi un pari merito con Torino, subito al ventunesimo. Seguono Novara al 42° posto, il Verbano Cusio Ossola al 50, Vercelli al 53, Biella al 57, Asti al 70 e chiude la classifica in Piemonte Alessandria, al posto numero 75. La classifica generale resta spaccata tra nord e sud Italia, con le province del Mezzogiorno generalmente in fondo all’elenco.

Nel dettaglio, l’indagine ha considerato queste sei macro aree: Ricchezza e consumi, Ambiente e servizi, Giustizia e sicurezza, Affari e lavoro, Demografia e società, Cultura e tempo libero.

In particolare, questi sono i piazzamenti per le sezioni principali, città per città in Piemonte.

Alessandria, posto numero 10 per ricchezza e consumi, 73 per Ambiente e servizi, 79 per Giustizia e sicurezza, 82 per Affari e lavoro, 107 per Demografia e società, 24 per Cultura e tempo libero.

Asti: posto numero 15 per ricchezza e consumi, 81 per Ambiente e servizi, 64 per Giustizia e sicurezza, 37 per Affari e lavoro, 90 per Demografia e società, 49 per Cultura e tempo libero.

Biella: posto numero 2 per ricchezza e consumi, 68 per Ambiente e servizi, 36 per Giustizia e sicurezza, 66 per Affari e lavoro, 98 per Demografia e società, 55 per Cultura e tempo libero.

Cuneo: posto numero 8 per ricchezza e consumi, 64 per Ambiente e servizi, 14 per Giustizia e sicurezza, 13 per Affari e lavoro, 74 per Demografia e società, 62 per Cultura e tempo libero.

Novara: posto numero 18 per ricchezza e consumi, 52 per Ambiente e servizi, 55 per Giustizia e sicurezza, 20 per Affari e lavoro, 50 per Demografia e società, 77 per Cultura e tempo libero.

Torino: posto numero 7 per ricchezza e consumi, 16 per Ambiente e servizi, 90 per Giustizia e sicurezza, 7 per Affari e lavoro, 83 per Demografia e società, 45 per Cultura e tempo libero.

Verbano Cusio Ossola: posto numero 19 per ricchezza e consumi, 43 per Ambiente e servizi, 22 per Giustizia e sicurezza, 81 per Affari e lavoro, 100 per Demografia e società, 40 per Cultura e tempo libero.

Vercelli: posto numero 26 per ricchezza e consumi, 65 per Ambiente e servizi, 23 per Giustizia e sicurezza, 70 per Affari e lavoro, 94 per Demografia e società, 26 per Cultura e tempo libero.

Nelle sei macro aree sono stati scorporati altri indicatori: i trend del Pil procapite, i depositi bancari, il reddito disponibile, la spesa delle famiglie, la rata media mensile dei finanziamenti, la popolazione con crediti attivi, le fatture commerciali ai fornitori oltre i trenta giorni, i protesti, l’assorbimento del settore residenziale (i metri quadri compravenduti in relazione a quelli offerti sul mercato durante l’anno), i nuovi mutui per l’acquisto di abitazioni, lo spazio abitativo medio, le pensioni di vecchiaia per il settore privato, gli assegni sociali, il prezzo medio di vendita delle case, i canoni medi di locazione, l’indice di trasformazione digitale, le carte di identità elettroniche, spid erogate, l’ecosistema urbano, il tasso di motorizzazione, l’indice di rischio climatico, le riqualificazioni energetiche degli immobili, la spesa sociale degli enti locali, i fondi europei per l’agenda digitale e quelli per l’ambiente e la prevenzione dei rischi, il numero di persone con almeno il diploma, i giovani che non lavorano e che non studiano, la partecipazione alla formazione continua, i pos attivi. La qualità della vita, secondo lo studio, passa anche attraverso l’analisi dell’indice di criminalità (il totale dei delitti denunciati), il numero dei furti – anche nelle abitazioni e negli esercizi commerciali, le estorsioni, truffe e frodi informatiche, gli incendi, gli omicidi a seguito di incidenti stradali, le violenze sessuali, il riciclaggio, la durata media delle cause civili. Poi ci sono anche gli indicatori economici e di sussidiarietà: la cassa integrazione, la diffusione del reddito di cittadinanza, i fallimenti e le nuove aziende iscritte, l’e-commerce e l’imprenditoria giovanile e quella femminile, le start up, la banda larga, l’export.

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