Cirio: «Conteremo i danni del settore, e ne chiederemo conto»

Cirio: «Conteremo i danni del settore, e ne chiederemo conto»
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La rabbia ora ha il sopravvento sulla delusione.

Per la terza volta, a partire da dicembre, le stazioni sciistiche sono state bloccate, ma in questa circostanza lo stop del ministero della Salute (su indicazione del Comitato tecnico scientifico) è arrivato a 12 ore dall’apertura degli impianti prevista per lunedì 15 febbraio.

Bisognerà aspettare il 5 marzo, sempre che non si frappongano nuovi ostacoli, quando ormai la stagione invernale sarà irrimediabilmente compromessa.

Durissima la reazione da parte della Regione Piemonte. «Una decisione assunta a 12 ore dalla riapertura è una mancanza di rispetto inaccettabile. Chi li pagherà i danni? Se questo è il modo con cui il nuovo governo pensa di sostenere le nostre imprese - afferma il governatore Alberto Cirio - c’è da preoccuparsi. Sono allibito. Il Comitato tecnico scientifico nazionale soltanto dieci giorni fa, il 4 febbraio, aveva stabilito che in zona gialla da lunedì 15 si sarebbe potuto sciare. Su queste direttive il Piemonte si è mosso, nel rigoroso rispetto delle regole. Regole - argomenta Cirio rispetto all’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza - che non possono cambiare tutte le settimane. E, soprattutto, considerando che i dati aggiornati sulla situazione epidemiologica sono in possesso del Cts e del governo da mercoledì. Mi chiedo se non fosse il caso di fare queste valutazioni prima, invece di aspettare la domenica sera. È una mancanza di rispetto inaccettabile da parte dello Stato che dovrebbe garantire i suoi cittadini, non vessarli. Parliamo di imprese che hanno già perso un intero anno di fatturato, messe in ginocchio dalla pandemia e che hanno usato gli ultimi risparmi, ammesso di averli ancora, per anticipare le spese necessarie alla riapertura. In questi giorni - considera ancora Cirio - è stato assunto personale, sono state battute le piste, pre-venduti i biglietti e prese le prenotazioni. Come si può pensare di cambiare le carte in tavola la sera prima? I palazzi romani sono ancora sulla terra o si sono trasferiti su un altro pianeta? La prudenza, fin dall’inizio di questa terribile emergenza sanitaria, è stata nella mia regione la guida, così come il rispetto delle regole. Abbiamo assunto spesso decisioni più restrittive, e anche in questo caso abbiamo atteso diligentemente le decisioni del governo, prima di intervenire con una mia ordinanza, che aveva comunque limitato la capienza degli impianti al 30%. Ciò che contesto - osserva il presidente del Piemonte - non è il merito, ma il metodo. Chi li pagherà i danni? Come se quelli già subiti non fossero abbastanza. Mi attiverò immediatamente per quantificarli, perché il mondo della neve del Piemonte non può rimanere solo, merita rispetto».

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