Il “popolo della montagna” in piazza

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Il mondo dello sci è tornato in piazza, lunedì mattina a Cuneo, per chiedere “rispetto” dopo lo stop alla ripresa dello sci della scorsa settimana.

Maestri di sci, operatori turistici e impiantisti si sono trovati davanti alla sede di Cuneo Neve, l'associazione di Confindustria che riunisce le 15 stazioni invernali della provincia.

Con loro anche il governatore Alberto Cirio, che è tornato a chiedere «i ristori tanti attesi ma finora solo annunciati». Perché la montagna, ha aggiunto, «non è un turismo di serie B rispetto al mare, ma una industria che va rispettata».

«Dal governo - ha aggiunto il presidente di Cuneo Neve, Roberto Gosso - ci aspettiamo adesso la stessa celerità per i ristori della Regione Piemonte», che subito dopo lo stop alla ripresa ha stanziato oltre 5 milioni di euro per la montagna, «un giacimento di risorse fondamentali per tutti», secondo il presidente della Provincia e sindaco di Cuneo, Federico Borgna.

Lunedì mattina, contestualmente alla protesta a Cuneo del mondo della neve, la terza commissione consiliare della Regione ha deliberato i primi ristori a favore del mondo turistico invernale.

Si tratta di 5 milioni e 300 mila  euro a favore delle imprese dello sci, che verranno assegnati in base ai criteri della legge; 2 milioni e 300 mila euro per i maestri di sci che sono  oltre 3000 in Piemonte, 300 mila euro per gli Sci club, ed un contributo diretto di 1500 euro per ogni agenzia di viaggio piemontese.

«La Regione - sottolinea il consigliere regionale Paolo Demarchi – presente a Cuneo - è pronta a fare la propria parte garantendo fin da subito la prima tranche dei 20,5 milioni del "Bonus Montagna" destinato a tutti gli operatori del comparto danneggiati dalle chiusure. Otterranno un sostegno anche gli sci club nella misura di 300mila euro garantiti grazie alla Federazione italiana Sport invernali, mentre ai maestri di sci verrà assegnato un contributo fino a un massimo di 2mila euro. La Regione ha voluto inserire nell’elenco degli aventi diritto anche i nuovi maestri, cui verrà riconosciuta la somma di 600 euro. Siamo certi che le voci della montagna verranno finalmente ascoltate anche a Roma, per segnare un cambio di passo necessario alla ripartenza, zavorrata non solo dal virus ma anche dalle insicurezze e dalle visioni di brevissimo periodo».

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