Restaurato il busto d’argento del patrono San Chiaffredo

Restaurato il busto d’argento del patrono San Chiaffredo
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Il busto di San Chiaffredo, uno degli oggetti sacri più importanti e preziosi della diocesi di Saluzzo, torna a splendere. Si sono conclusi nelle scorse settimane i lavori di restauro del busto in argento che custodisce le reliquie del santo patrono della città e della diocesi saluzzese.

L’opera è stata esposta, in via eccezionale, giovedì scorso nella sede del museo diocesano, ma sarà possibile ammirarla in cattedrale durante la messa crismale, nel periodo pasquale.

Il busto è stato restaurato secondo le direttive della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio.

Si è trattato di un intervento di manutenzione straordinaria, operato da parte della restauratrice Carmela Sirello, che ne ha curato la pulizia e una serie di piccoli interventi per preservarne la conservazione. Il busto risale alla seconda metà del 1600, quando le reliquie di San Chiaffredo vennero traslate da Revello a Saluzzo. Fu l’allora vescovo, monsignor Morozzo a volere un’opera che potesse mostrare e custodire degnamente le spoglie.

Il manufatto è in legno, ricoperto da una lastra d’argento, e raffigura uno dei due santi patroni della diocesi (l’altro è San Costanzo). Il busto ha due marchi, impressi sul collo: quello dell’assaggiatore Carlo Antonio de Riva e dell’argentiere Antonio Benedetto Caire. Se l’argentiere era colui incaricato di dare forma al metallo, l’assaggiatore non era figura meno importante. Istituito con decreto da Casa Savoia, l’assaggiatore era colui che certificava la qualità della lega d’argento utilizzata per le lavorazioni, e quantificava la percentuale del prezioso metallo utilizzato.

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