I conti con la Grecia

I conti con la Grecia
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In un quadro produttivo del kiwi che vede soltanto la Nuova Zelanda (ma nell’altro emisfero) aumentare i raccolti, mentre Italia e Spagna flettono dell'8%, a farsi sentire commercialmente è la concorrenza greca. Il fattore Grecia pesa sul mercato interno ma soprattutto su quello estero: non in tutte le piazze, però, alla stessa intensità. A fare un quadro della situazione è Alberto Raviolo, referente commerciale Kiwi Uno-Gruppo Rivoira, intervenuto la scorsa settimana a un webinar di Italiafruit, curato da Maicol Mercuriali.

Il gruppo verzuolese ha il suo core-business nell'export Oltremare. Spiega Raviolo: «La forte concorrenza del prodotto greco ha complicato il consolidamento del prodotto italiano su alcuni mercati, anche se l'appeal del Made in Italy continua a rimanere decisamente alto in Nord America e Australia. Il Brasile è stato parecchio ricettivo nella prima parte della stagione, ma qui non siamo in competizione con il kiwi greco, visto che gli operatori ellenici non possono esportare in questo Paese».

Spostando l'attenzione sul Medio Oriente il panorama cambia decisamente. Osserva Raviolo: «Qui viviamo una situazione diametralmente opposta. La vicinanza di Iran e Turchia, Paesi produttori di kiwi, unita all'aumento quantitativo e qualitativo del prodotto greco, ha fatto sì che l'Italia perdesse posizioni in queste piazze. Un esempio su tutti il mercato di Dubai».

In Estremo Oriente, nota il manager di Rivora, «la produzione locale cinese è aumentata a dismisura, rallentando le esportazioni dal nostro Paese. La pandemia, poi, non ha certo aiutato le spedizioni, che in autunno hanno subito forti ritardi nelle consegne dovute alle procedure di sanificazione fatte al porto di sbarco dei container. Più in generale - conclude Alberto Raviolo - riscontriamo la forte concorrenza di tutti i Paesi produttori di kiwi dell'emisfero nord».

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