La nostra città è da restaurare

La nostra città è da restaurare
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Saluzzo è da sempre una città che ha saputo unire due anime forse diverse, ma complementari: gli abitanti delle campagne circostanti e i professionisti del centro, che su quelle terre e i servizi connessi, hanno sempre vissuto e prosperato.

Adesso, con la prossima ristrutturazione del vecchio Foro boario, la grande tettoia a fianco dell’ex tribunale, quelli che sono considerati i cosiddetti “cittadini”, si riprenderanno definitivamente anche l’ultimo baluardo che era rimato a testimonianza di una zona, un tempo tipicamente frequentata e battuta dai “campagnin”.

Già la chiusura dello storico bar alla rotonda di corso Roma, sostituito poi da un “carivendolo” negozio di abbigliamento, aveva segnato un ciclo storico che si stava chiudendo… Lo spostarsi del mercato del bestiame nel nuovo fabbricato di piazza d’armi, già anni prima aveva pian piano svuotato l’area dove, quando io ero giovane, bastava una stretta di mano per vendere una mandria di mucche da una persona all’altra. Poche chiacchiere, nulla di scritto, per contratti milionari tra uomini per cui la parola contava, più di qualunque pezzo di carta.

Temi passati a parte, finalmente uno di quegli scempi della Saluzzo che cade a pezzi, verrà ora finalmente riqualificato e così la sua bella zona. Magari prendendo esempio da quello che è stato fatto a Cuneo con il vecchio Foro boario, dietro piazza Galimberti, e il Baladin che in quella grande piazza ha fatto la sua fortuna con ragazzi che la popolano tutta l’estate ruotando intorno alla centrale birreria.

Ma a Saluzzo rimangono ancora tanti edifici da ristrutturare, mi viene in mente quello storico a fianco di Fassino (ora Scassa), davanti all’edicola Leone, da tempo tutto impacchettato manco fosse un’installazione di Christo, oppure il mitico Falcone che da secoli va rimesso in piedi.

Edifici di uno squallore e una decadenza terribile che una città che ora ha anche l’ambizione di candidarsi a capitale nazionale della cultura 2024, non può più permettersi.

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