«Palestra ferma, ma ho scoperto la solidarietà»
Sono molte le attività colpite dalla crisi economica dovuta agli effetti della pandemia, contro cui nessun imprenditore o commerciante può nulla.
Ci sono però alcune categorie che, chiusi i battenti in occasione del primo lockdown, giungono proprio in questi giorni al non invidiabile record di un anno di stop continuativo. Su tutte il primato lo detengono le palestre.
Esistono poi casi limite, come quello di Renè Saretti, titolare della palestra Mountain Gym di Revello, che ha rilevato l’attività due anni fa ed è stato interrotto proprio “sul più bello”: ovvero quando stava cominciando a veder girare la propria attività, frutto di sacrifici, investimenti e tanto lavoro. Il centro sportivo è situato nel pieno centro del paese ed è (o meglio sarebbe) un punto di riferimento per tutti gli appassionati degli sport in alta quota.
René, bilancio in rosso?
«Eh sì. Dovendo purtroppo sostenere un anno intero di inattività a causa delle limitazioni, con le inevitabili spese annesse, vado sotto».
Speranze?
«La tanto sbandierata riapertura, che poi non si è verificata, non ha fatto altro che acuire lo sconforto».
Di chi è la colpa?
«Non me la sento di prendermela con qualcuno, se non con questo maledetto virus. Non vedo responsabili, non cerco un capro espiatorio su cui addossare colpe, perché in fondo nonostante tutte le difficoltà che mi trovo a fronteggiare, questa situazione tocca tutti in un modo o nell'altro».
Insomma, ci si rimbocca le maniche... pronti per tornare ad arrampicare? «È una situazione anomala. Nonostante la rabbia, non intendo piangermi addosso. Supereremo anche questa difficoltà, ma certamente non si può lasciar morire questo settore». Cosa ti ha insegnato questo momento di difficoltà?
«Ho potuto riscoprire i veri valori: la solidarietà e l'amicizia. Ho ricevuto gesti inaspettati e un supporto concreto. C'è una natura altruista nascosta dove uno meno se lo aspetta».