Quel palazzo in corso Piemonte abbandonato e invaso dai rovi Zzzzz zzzzzz

Quel palazzo in corso Piemonte abbandonato e invaso dai rovi Zzzzz zzzzzz
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C’è un immobile, all’altezza del numero civico 45 di corso Piemonte, all’angolo con via Rifreddo, che da decenni è in condizioni di abbandono.

Un edificio elegante, di fattura ottocentesca, con doppie scalinate interne, tipiche dell’architettura dell’epoca.

Si tratta dell’ex archivio notarile, soppresso ormai da vari decenni, la cui documentazione è confluita prima nell’archivio notarile di Cuneo e successivamente all’Archivio di Stato.

Qui erano conservati tutti i documenti notarili a partire dal XV secolo, fondi napoleonici, mappe geografiche e catastali e, se non andiamo errati, anche gli atti del tribunale di prima istanza di Saluzzo.

Oggi le sale sono completamente vuote anche se il fabbricato, nonostante nessuno si sia più fatto carico di una qualsivoglia manutenzione, nel complesso mantiene un aspetto ancora discreto a dispetto della fitta vegetazione che in estate diventa una vera e propria selva a ridosso del portoncino d’ingresso.

L’immobile, a quanto risulta, è di proprietà dell’Archivio Notarile, un ente nazionale poi inglobato nei beni demaniali, ma non è inserito - a diversità del Palazzo delle Arti liberali di salita al Castello - nell’elenco delle dismissioni.

Qualche anno fa, l’allora presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo, Gianni Rabbia, in occasione dei lavori di recupero della vicina chiesa di Santa Maria della Stella, aveva avviato contatti con i funzionari del Demanio per valutare se esistesse l’opportunità di un’acquisizione e della questione aveva interessato anche l’amministrazione comunale.

Pare che dal Demanio non risultasse una pregiudiziale insormontabile a valutare l’eventuale dimissione dell’immobile, ma si era capito che, come quasi sempre succede in Italia, la questione era nella discrezionalità del funzionario ministeriale.

Per ottenerne la disponibilità, sarebbe occorso qualche intervento politico e una volontà comunale che evidentemente non c’è stata.

La contiguità con l’area congressi dell’ex chiesa della Stella avrebbero consentito la realizzazione di un polo culturale, per di più in una posizione che avrebbe anche favorito quella rivitalizzazione che da tempo corso Piemonte chiede per divenire parte integrante del centro cittadino.

Nel momento in cui Saluzzo si appresta a predisporre il bando per concorrere a Città della Cultura 2024 potrebbe trattarsi di un’opportunità da riprendere in considerazione.

Ammesso e non concesso che l’amministrazione la reputi tale e si determinino le condizioni da parte del Demanio.

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