«Così le case di riposo muoiono»

«Così le case di riposo muoiono»
Pubblicato:
Aggiornato:

Sono trascorsi cinque mesi dal 2 novembre 2020, data della prima comunicazione congiunta sottoscritta dall’Associazione provinciale cuneese case di riposo con le Diocesi della provincia e di Pinerolo e la Diaconia Valdese Valli, al presidente della giunta regionale Alberto Cirio. Comunicazione che metteva in evidenza la grave crisi delle strutture per anziani e disabili, accentuata dalla situazione pandemica contingente.

Le residenze per anziani non ce la fanno più, sono in grande sofferenza e, se non si interverrà concretamente con la massima urgenza, molte di esse dovranno chiudere, con rilevanti ricadute a livello locale.

La pandemia ha generato un aumento esponenziale dei costi per gli acquisti di dispositivi, sanificazione, riorganizzazione gestionale e per l’aumento ingiustificato delle polizze assicurative. Contemporaneamente, ha portato a una riduzione dei posti letto occupati a causa sia della complessità delle indicazioni fornite dall’unità di crisi della Regione Piemonte circa i nuovi inserimenti in struttura, sia del timore delle famiglie legato alle procedure di isolamento preventivo e all’impossibilità di poter far visita ai propri cari, sia dei mancati convenzionamenti da parte delle Asl.

Nel mese di dicembre, la Regione aveva comunicato l’erogazione di ristori per 40 milioni di euro a sostegno delle case di riposo; sono trascorsi quasi tre mesi, ma le strutture non hanno ricevuto nulla, anzi, ad oggi pare, secondo dichiarazioni riportate da alcuni giornali, che non sia affatto scontato che questi aiuti verranno erogati davvero.

Lanciamo quindi un ulteriore appello alla Regione Piemonte e al presidente Alberto Cirio, perché vengano presi provvedimenti tempestivi e adeguati per far fonte alla grave crisi che vede coinvolte le case di riposo. Chiediamo con forza di non far morire queste realtà territoriali che oggi, solo in provincia di Cuneo e nel Pinerolese, contano circa 4600 posti letto accreditati (e circa 3000 lavoratori) e, molto spesso, sono i motori delle realtà più marginali. Non si può negare il problema, mettendo la testa sotto la sabbia come gli struzzi, aspettando che la criticità si risolva da sé, con la chiusura delle strutture.

Si chiede che, a tutela degli ospiti, delle famiglie e di tutti i lavoratori che, a vario titolo, sono coinvolti, la Regione, attraverso i suoi assessorati, attivi immediatamente azioni concrete e efficaci, a supporto di tutto il comparto delle case di riposo piemontesi, che non possono più attendere promesse mai mantenute.

Silvio Invernelli, presidente

Associazione provinciale case di riposo

Archivio notizie
Ottobre 2024
L M M G V S D
 123456
78910111213
14151617181920
21222324252627
28293031