Villa Giolitti va all’asta da Sotheby’s E Cavour si appella a Franceschini xxxmfdgnljkbnjdgfbngfdjslnsgflnslskndsfgfgdfgs

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Il primo ad interessarsi all’acquisto di villa Giolitti, la dimora “estiva” a ridosso della Rocca, amata dallo statista Giovanni Giolitti, fu il sindaco Piergiorgio Bertone, alcuni anni fa. Avuta notizia della volontà di porre in vendita la villa da parte degli eredi Giolitti, il Comune di Cavour si fece avanti alla ricerca di un compromesso per l’acquisizione dell’immobile, con il fine di trasformarlo in dimora storica e adattarlo a centro culturale. Ma i costi per un progetto simile vennero giudicati troppo alti.

L’IMMOBILE IN VENDITA

Ora la proprietà è sul mercato al prezzo di 680 mila euro. La villa, sottolinea la scheda dell’immobiliare, ha una superficie di 510 metri quadrati disposti su tre livelli oltre a un seminterrato di 120 metri quadrati. Al piano terreno si trovano l'ampio salone principale di 90 metri, un secondo salone, una grande cucina, la sala da pranzo e un bagno. Al primo piano due camere da letto con rispettivi bagni e un salotto con accesso diretto a un ampio terrazzo con affaccio sul paese e sul parco della villa, caratterizzato dalla presenza di un cedro del libano secolare. Al secondo piano ci sono quattro camere da letto e tre bagni. Completano la proprietà la casa del custode e un basso fabbricato.

LA STORIA DELLA VILLA

Giovanni Giolitti, cinque volte capo del governo a inizio ‘900, considerato uno massimi statisti italiani, conclusi gli impegni “romani”, amava rifugiarsi nella “sua” Cavour, paese d’origine della madre, Enrichetta Plochiù. Lo statista aveva due abitazioni: la storica villa in centro paese, e quella a ridosso della Rocca.

Ne amava la frescura nelle torride giornate estive, e la fece adattare e arredare a suo gusto. L’ultimo Giolitti a risiedervi fu il nipote Antonio, ministro socialista negli anni fra gli anni ‘60 e ‘70, che amava frequentare regolarmente la proprietà nei periodi estivi.

Il grande caseggiato, circondato da una proprietà di 25 mila metri quadrati, è ora in vendita, proposto dalla “Sotheby’s international realty”, l’agenzia immobiliare collegata alla nota casa d’aste.

IL “CASO GALLINARA”

La notizia della vendita ha fatto sobbalzare il mondo della cultura, diventando un “caso nazionale”, già paragonato a quello dell’isola Gallinara, l’isolotto al largo di Albenga, in Liguria, che la scorsa estate è stato salvato dalla cessione a un magnate ucraino con il provvidenziale intervento dello Stato.

Un gruppo di esponenti del mondo della cultura e della politica ha fatto appello al ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, affinché si attivi per esercitare «il diritto di prelazione sull’immobile, tenuto conto dell’interesse nazionale» del bene. La petizione è stata lanciata dall’architetto ed ex presidente di Italia Nostra Torino, Donatella D’Angelo. E ha incassato l’adesione di circa 800 persone, e tra gli altri, di Alberto Barbera, Roberto Burioni, Pierluigi Castagnetti, Pietro Folena e Davide Livermore.

La villa, a quanto risulta, è già tutelata dalla soprintendenza dal 1989.

L’ex sindaco Bertone aveva provato ad avviare un percorso con le fondazioni bancarie. Ora l’amministrazione Paschetta cerca altre soluzioni. L’assessore alla Cultura,  Leonardo Crosetti, spiega: «Abbiamo azionato tutte le leve possibili a livello istituzionale per arrivare al ministro Franceschini, e grazie alla petizione organizzata da “Italia Culturae” abbiamo centrato il primo obiettivo. Il timore è che la villa non venga restituita al pubblico come bene storico, ma finisca in mani private. L’idea - sottolinea Crosetti - è di farne un museo storico aperto alla cittadinanza, con il parco che ospiti eventi culturali e le sale che possano testimoniare e raccontare la storia di Giolitti e dell’Italia del primo Novecento sull’esempio del castello di Santena per Cavour, di Casa Rossini a Pesaro e tante altre dimore storiche».

Promotrice della raccolta firme è l’architetto Donatella D’Angelo dell’associazione “Italia Culturae”.

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