Moretta, l’eredità Tibaldo verrà divisa equamente

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Si chiude, dopo sette anni di carte bollate e sentenze, la vicenda dell’eredità Tibaldo. L’annosa questione è stata chiusa con un accordo transattivo, che dispone la suddivisione, in parti uguali, tra Comune e l’unica figlia dell’anziana deceduta ormai sette anni fa.

La vicenda risale infatti al 2014, quando venne letto il testamento olografo della signora Tibaldo, che disponeva la cessione dei suoi beni alla casa di riposo Villa Loreto (quindi al Comune, proprietario della struttura) e, in parti minori, alla parrocchia e al santuario della Beata Vergine del Pilone.

Il patrimonio della Tibaldo ammontava a poco più di 150 mila euro, comprensivi di una serie di depositi bancari e una polizza sulla vita.

Il Comune non ha però potuto incassare la somma, a causa del ricorso presentato dall’unica figlia dell’anziana. Una prima sentenza del tribunale, ha riconosciuto la validità del testamento, ma, al contempo, anche la legittimità dell’unica erede, senza peraltro stabilire criteri e misure per la suddivisione dei beni testamentari.

CAMBIO DI ROTTA

Con l’ingresso in Comune della nuova amministrazione si è registrato il cambio di rotta. In consiglio comunale il sindaco Gianni Gatti ha spiegato: «Questa storia sembrava non avere fine e ho avuto la percezione, da un incontro avuto con le parti, dell’assoluta mancanza di dialogo tra il nostro avvocato e la controparte. Per salvaguardare i beni destinati al Comune, anche in virtù della sentenza che riconosceva la figlia come erede legittima, ho deciso di cambiare avvocato. Con il nuovo legale siamo giunti ad un accordo prima della sentenza d’appello».

90 e 82 MILA EURO

Il Comune incasserà 90 mila euro dalla polizza vita della signora Tibaldo, mentre 82 mila euro del conto personale della defunta andranno alla figlia. La differenza sarà compensata dagli interessi sulla polizza, che ammontano oggi a 12 mila euro, in modo che ogni parte arrivi ad ottenere la stessa cifra.

Spiega Carlo Cortassa assessore nella passata legislatura: «Sono felice che la vicenda giunga a conclusione, anche se non concordo sul metodo. Il Comune si era vista riconosciuta la legittimità del testamento nella prima sentenza, quindi non sono favorevole alla scelta della stipula di un accordo transattivo. SI poteva ottenere di più».

Conclude Gatti: «Abbiamo scelto una strada per chiudere questa storia che si trascina da anni. Avremmo potuto ottenere di più? Non credo. C’era il rischio anche di perdere più di quello che abbiamo ottenuto».

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