Villa Giolitti, il ministro Franceschini rassicura i cavouresi: resterà vostra
«Siamo felici che il ministro Dario Franceschini si prenda a cuore la vicenda di Villa Giolitti». Così l’assessore alla Cultura del Comune di Cavour, Leonardo Crosetti, commenta il sopralluogo della Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Piemonte, Luisa Papotti, che giovedì scorso ha esaminato il bene, accompagnata dall’architetto Silvia Gazzola.
A riceverle a Villa Giolitti, il sindaco di Cavour, Sergio Paschetta, e l’assessore Crosetti, insieme all’architetto del Comune Silvia Pastore, al presidente dell’associazione Pro Cavour, Marcello Bruno, e Franco Turaglio, di Slow Food del Pinerolese.
I riflettori sul futuro della villa che fu dello statista Giovanni Giolitti, cinque volte Primo Ministro, e del nipote ed ex ministro Antonio Giolitti, si sono accesi dopo la messa in vendita del bene sul canale immobiliare di Sotheby’s.
Il presso di vendita dell’immobile, che misura quasi 500 metri quadrati a ridosso della Rocca di Cavour, con 25 mila metri di parco, è di 680 mila euro.
«Troppi per le casse comunali - sottolinea Crosetti -. Abbiamo però un progetto di riqualificazione e valorizzazione del bene, che vorremmo venisse trasformato non solo in una casa-museo, ma in un vero contenitore culturale e didattico. L’ampiezza del parco permetterebbe inoltre di inserire altri progetti collegati, tant’è che abbiamo già coinvolto anche Slow Food per un eventuale presidio agricolo-gastronomico».
La dimora risale al Diciannovesimo secolo, e fu ampliata per volere di Giovanni Giolitti, che amava la sua posizione durante i mesi estivi: all’ombra della Rocca, in un luogo a ridosso del centro storico, immersa nel verde, ideale per sfuggire dalla canicola estiva.
A mobilitare l’attenzione del ministro è stata la petizione promossa dall’associazione Italia Culturae, che ha già raccolto un migliaio di firme.
«Ci è stato spiegato – conclude Crosetti - che lo Stato potrebbe intervenire in due modi: o con l’acquisto bonario, negoziando con la proprietà, oppure facendo valere un diritto di prelazione, quando ci sarà già un privato che avrà fatto un atto notarile di vendita. Speriamo che lo Stato si interessi fino in fondo perché per noi sarebbe un’opportunità importante».