La nostra Pasqua ai tempi del Covid

La nostra Pasqua ai tempi del Covid
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Ma allora! Non basta la pandemia e la devastante crisi economica che ne è derivata?

Adesso hanno anche voluto farci litigare… In famiglia, per di più!

Non fuori regione. Non più di quattro. Nessun assembramento. E poi, l'ultima fregatura: una sola visita nella giornata?!?

E allora noi famiglie allargate del nuovo millennio, come potevamo gestire la Pasqua?

Abbiamo dovuto scegliere da chi andare e da chi no. Un po’ come abbiamo già fatto lo scorso Natale. E sappiamo bene il casino che ne è poi venuto fuori.

Perché potendo andare a trovare un solo parente al giorno, siamo stati costretti a scegliere. Così ci hanno messi in una situazione davvero imbarazzante perché quando si fanno delle scelte, c’è sempre chi ne rimane escluso. Chi resta fuori…

E allora via con le lamentele, le gelosie tra familiari, affini e consanguinei… perché alla fine della fiera sapete come sono fatti… E nessuno vuole essere diviso tra parenti di serie A, insomma quelli cui si è scelto di fare visita, e quelli di serie B, che invece non si è andati a trovare.

Limitandoci le visite nei giorni di vacanza, i sapientoni che stanno a Roma hanno trasformato quella che doveva essere una festa, in una tragedia.

Perché avendoci obbligati a dividere tra figli e figliastri, chi non è stato previsto si è risentito. E adesso ci terrà il muso fino alla prossima Pasqua… Sempre che chi ci governa con tanta strepitosa solerzia e forse eccessiva attenzione alla nostra salute, non decida di farci poi di nuovo scegliere. Perché attenzione: errare humanum est, ma perseverare (come state facendo) è diabolico. Spero che voi politici ve lo ricordiate… per il vostro bene, più che per il nostro.

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