Quel monumento che non convince

Quel monumento che non convince
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La scorsa settimana un post di Giancarlo V. ripreso da qualcuno e postato poi sulla pagina Facebook “Sei di Saluzzo se…” ha scatenato subito i soliti leoni da tastiera.

E non solo.

Oggetto del dibattito, il recente monumento di piazza Garibaldi, dedicato al nostro concittadino, generale Carlo Alberto dalla Chiesa.

Un eroe nato a Saluzzo cento anni or sono, ufficiale dei carabinieri e poi prefetto di ferro, lasciato infine solo dallo Stato, che ha sempre servito senza alcuna esitazione, e quindi assassinato dalla mafia a Palermo. L’inaugurazione del monumento è avvenuta lo scorso autunno, alla presenza di alcune delle più alte cariche dello Stato e delle Forze armate.

«Quel monumento somiglia ad un’enorme lattina di Red Bull» scrive l’internauta Gianni, criticando il tributo cittadino.

«Non è adatto al contesto storico della piazza in cui è inserito» sostiene Chiara, cui fanno eco in tanti.

«Andrebbe semplicemente posizionato altrove» suggerisce Mirella.

C’è chi afferma che sia «un razzo pronto a spiccare il vol», come Marisa, o «un pezzo di Shuttle caduto dal cielo», e via discorrendo. Chi più ne sa più ne scrive.

Il dottor Santo Alfonzo cerca di gettare acqua sul fuoco delle polemiche spiegando il significato delle sei diverse parti dell’opera che messe una sull’altra compongo la colonna monumentale.

Ma niente da fare: «Incomprensibile!» la giudicano Anna e Renato.

Io, personalmente non saprei che dire. Non sono certo un esperto d’arte moderna e poi conosco bene gli artisti che l’hanno realizzata.

Ad alcuni di loro sono legato da così profonda amicizia, che sarei sicuramente di parte.

Ma a tutti quelli che l’hanno aspramente criticato su Facebook, rispondo che, bello o brutto che sia, un pregio inconfutabile quel totem ce l’ha di sicuro. Essere per una volta finalmente riuscito a riunire insieme alcune delle eccellenze del territorio chiamate per una sinergia di collaborazione volta al progresso della nostra città.

Tutti artisti della zona, alla faccia del solito “Nemo profeta in patria”, di cui molti di noi sono stati e sono da sempre vittime, in ogni settore. Lasciatemelo dire: me compreso.

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