Covid & vaccini Solita Italia di eroi e cialtroni

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Errori che si sono andati accumulando nel corso di questi 16 mesi. Siamo stati colti di sorpresa da un nemico che non conoscevamo, ma che in qualche misura potevamo prevedere.

Gli episodi di Sars, Mers, influenza aviaria, influenza suina, e altre epidemie collegate al mondo animale, avevano pur prodotto piani pandemici, piani sanitari nazionali e regionali, ma tutti elaborati in una logica dell’adempimento formale, senza misure di contenimento concrete. Dopo un comprensibile momento di indecisione e di incertezza tutti i Paesi hanno reagito mettendo in atto piani di intervento più o meno efficaci.

La ricerca, con straordinaria tempestività, nel giro di un anno ci ha messo a disposizione una serie di vaccini. E’ a questo punto che l’Italia ha mostrato i suoi limiti, soprattutto nelle strategie organizzative. Siamo un popolo in cui l’eccesso di individualismo produce danni spesso irreparabili, e così è stato per l’ennesima volta. Le responsabilità vengono sistematicamente scaricate all’interno di uno squallido teatrino che si svolge quasi ininterrottamente nei talk show televisivi.

Dare la colpa al dualismo normativo in tema di salute tra Stato e Regioni è il solito classico scarica-barile. Il governo centrale deve in circostanze eccezionali avocare a sé il livello decisionale per uniformare gli interventi alle evidenze scientifiche fornite dagli organismi tecnico-scientifici delegati. Le Regioni hanno così messo in mostra un campionario di decisioni e di interventi che hanno ingigantito il susseguirsi di errori da parte del governo.

La campagna vaccinale in atto è l’esempio paradigmatico di uno stato confusionale che ha evidenziato antichi vizi italici che non riusciamo a scrollarci di dosso. Accanto agli eroi, come sempre, non mancano i cialtroni.

Il privilegio, il saltare la fila, l’egoismo, fanno parte del Dna di molti italiani. Categorie professionali hanno beneficiato di benevole compiacenze del mondo politico. Le munizioni (i vaccini) non sono state date a chi in prima linea rischiava la morte, ma a molti opportunisti schierati nelle retrovie. E’ stato calcolato che il numero di morti in più dovuto a questa indegna prassi è superiore alle 6.000 unità. Se fosse stato seguito il criterio anagrafico e delle fasce deboli quel bollettino di guerra segnerebbe numeri di molto inferiori e la diminuita circolazione virale avrebbe potuto consentire una ripartenza più rapida e tranquilla delle attività economiche, oggi allo stremo delle forze.

Riflettiamo su questa triste vicenda. Coloro che hanno beneficiato di percorsi privilegiati non si sono sicuramente resi conto delle nefaste conseguenze indirette, ma da subito dobbiamo assicurarci che venga adottato il massimo rigore nella discrezionalità delle scelte dei criteri vaccinali. Con uno sforzo di un paio di mesi potremmo mettere in sicurezza tutti gli over 60, la fascia di età che racchiude oltre il 90% di tutte i casi di morte ipotizzabili.

In questa fase entrano in gioco anche le responsabilità individuali ed ognuno deve fare la sua parte in base al ruolo che ricopre.

Abbiamo assistito in questi mesi a una sequenza impressionante di atti di vero eroismo da parte di chi si trovava in prima linea, medici e infermieri in particolare. Per rispetto dovuto al coraggio degli operatori che si sono sacrificati, dobbiamo condannare comportamenti del tutto dissonanti e meritevoli del nostro biasimo.

La domanda che più mi assilla è rivolta in particolare ai medici che rifiutano il consenso ad aderire alla campagna vaccinale. Mi chiedo che valore possa avere la deontologia e in quale cassetto sia finito il famoso giuramento di Ippocrate.

Pare che il numero delle defezioni sia prossimo al 30%. Questa defezione potrebbe provocare un rallentamento delle operazioni ed un ulteriore angoscioso protrarsi dei tempi per raggiungere l’obiettivo finale, quello di restituire agli italiani una parte di vita che il Covid aveva sottratto.

Va dunque rivalutate il concetto di responsabilità. Ognuno deve rispondere ed essere giudicato individualmente.

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