Il Monviso sul cinerario di Paesana
Dopo l’entrata in vigore del decreto del Presidente della Repubblica, ogni cimitero italiano deve esser dotato anche di un cinerario comune (“roseto”) per lo sversamento in forma promiscua di ceneri provenienti da estumulazioni e non richieste per nuove destinazioni. Ma non solo: anche quelle di una persona che - prima di morire - abbia espressamente richiesto questa modalità di trattamento delle ceneri, peraltro poco in uso per i costumi funerari italiani. La norma sull’obbligo di disporre sempre di un cinerario si ritiene osservata anche se il Comune lo individua in uno solo dei suoi cimiteri.
Nel cinerario vengono disperse, attraverso un apposito rito, le ceneri per volontà dell’estinto, cosicché l’urna cineraria sarà aperta alla presenza di un incaricato dal cimitero per provvedere alla dispersione.
Paesana tutto questo lo ha portato a termine la settimana scorsa: il cinerario è stato realizzato al centro della parte vecchia del camposanto di Santa Maria, in un’area già scelta come tale dalla passata amministrazione: è composto da due lastre di pietra (ricavate dal vecchio tetto della parrocchiale di Santa Margherita, ora rifatto a nuovo) che ricorda il Monviso ed il Visolotto con un roseto alle spalle e uno spazio ghiaioso di fronte, con tanto di botola, come ben si vede nella foto. Il nuovo cinerario è entrato immediatamente in funzione accogliendo, nella giornata di mercoledì scorso, i resti cremati dell’84enne Pietro Caliman, i cui funerali si erano celebrati venerdì 2 aprile.