Frati ortodossi L’accordo con un rifugio apre le porte del bosco ai selvatici Al monastero di Revello il centro salva-animali
Festeggia due anni il progetto di recupero degli animali selvatici realizzato all’interno del monastero di San Basilio il Grande di Revello. Lo spazio realizzato il 12 aprile di 2 anni fa si chiama “Anima L bosco” e nasce dalla collaborazione del rifugio per animali di Cussanio Pinco Pallino (uno dei più grandi in provincia) e i monaci della Chiesa ortodossa, che fa capo al Patriarcato ecumenico di Costantinopoli.
Come funziona? Gli animali selvatici feriti o entrati erroneamente in contatto con l’uomo, come succede con i cuccioli di caprioli che in questo caso non vengono più “riconosciuti” dalla madre e abbandonati, sono soccorsi dai Cras (Centri di recupero di animali selvatici) che, una volta completato il periodo di recupero, non possono, per legge e per mancanza di risorse, detenere gli stessi. I quali, però, spesso non possono tornare a vivere in natura, con i loro simili: non sopravvivrebbero.
Pinco Pallino ha ottenuto dalla Provincia il permesso di custodire alcuni selvatici. Ma l’aumento delle richieste li ha spinti a cercare uno spazio più ampio, tutto dedicato a quegli esemplari che sono sì pronti a tornare nei boschi, ma senza perdere il contatto con l’uomo. È nato così “Anima L Bosco”, dove caprioli e altre specie vivono in ampie aree protette da recinti, visitati dai volontari con regolarità. Nell’ampio bosco che si estende intorno al monastero, i volontari del rifugio hanno creato uno spazio per chi non può essere reintrodotto per ora in natura.
L’archimandrita del patriarcato ecumenico Gabriele, abate responsabile del gruppo di religiosi, ha messo a disposizione i terreni del monastero. Insieme con i selvatici ad “Anima L Bosco” ci sono animali da compagnia e altri sottratti al macello. Si aggiunge il sogno di creare presto un “furettile”, dedicato ai furetti i cui esemplari vengono spesso adottati con superficialità e abbandonati per l’odore che emanano.
L’attenzione agli animali non è estranea ai monasteri ortodossi. Per quattro periodi dell’anno dedicati al digiuno, i religiosi si seguono un’alimentazione vegana. Molti monaci in generale sono vegetariani, perché un’alimentazione frugale favorisce l’interiorizzazione. Ma ci sono anche ragioni pratiche: per un monastero è più facile acquistare verdura, che costa meno.
All’interno dello spazio revellese sono state allestite varie strutture, ancorate agli alberi, con funi e non chiodi, che permettono di praticare ginnastica funzionale: una vera palestra all’aperto.
Il materiale impiegato non è stato acquistato, ma è frutto di recupero e riciclo di cose già esistenti che, grazie a un pizzico di creatività, hanno trovato nuova vita.
Tutti possono praticare sport ad “Anima L Bosco”: qui si trovano anche capanne per la lettura e l’ascolto della musica e perfino un cuore di legno al cospetto del quale si promette di impegnarsi in qualcosa. Ma ad essere “di casa” sono soprattutto i bambini: che trovano laboratori dove possono sfogare la loro creatività.