Un passo avanti per allontanare dal territorio il progetto di Sogin. Il punto con il primo firmatario Riccardo Molinari Nucleare, deposito nazionale in Piemonte: approvata la «Mozione Unica» per lo stop

Un passo avanti per allontanare dal territorio il progetto di Sogin. Il punto con il primo firmatario Riccardo Molinari Nucleare, deposito nazionale in Piemonte: approvata la «Mozione Unica» per lo stop
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Un passo avanti per allontanare dal Piemonte l’ipotesi di realizzazione del deposito unico nazionale di rifiuti nucleari, chiesto da Sogin, che investe otto aree della nostra regione, sei in provincia di Alessandria e due in provincia di Torino.

È stata approvata a larghissima maggioranza martedì scorso a Montecitorio la Mozione Unica presentata dal primo firmatario Riccardo Molinari, alessandrino Presidente del Gruppo Lega alla Camera dei Deputati, in cui si stabilisce, tra l’altro, che «La localizzazione definitiva del sito avverrà mediante una procedura di dibattito pubblico che, per legge, è basata su un processo di coinvolgimento dei territori con l’obiettivo di arrivare ad una soluzione condivisa con le comunità locali attraverso un processo incentrato sui principi dell'informazione, della trasparenza e del coinvolgimento».

Le tre ragioni che hanno spinto all’approvazione della Mozione, sono motivate dal fatto che il deposito non può essere in prossimità di luoghi tutelati dall'Unesco; non può essere in zone agricole di pregio; non può avere nuclei abitativi nel raggio di venti chilometri.

Ha spiegato Molinari, che ha trovato anche l’accordo delle forze dell’opposizione del territorio, in particolare dell’onorevole Federico Fornaro di Leu: «La Mozione Unica sull’individuazione del sito per il Deposito nazionale scorie radioattive, che come Lega abbiamo formulato e contribuito a far approvare alla Camera dei Deputati, rappresenta un significativo passo in avanti in materia, in termini di vincoli e di trasparenza. Per porre rimedio agli errori di metodo del precedente Governo Conte, che aveva desecretato in maniera maldestra documenti riservati, creando caos, paura e legittima preoccupazione sui territori, è oggi assolutamente necessario che il Parlamento dia un indirizzo chiaro su come applicare la normativa che ha dato adito a ingiustizie sui territori. Rispetto alle 67 aree indicate nella Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi), che ben 8 siano in Piemonte, e addirittura 6 in provincia di Alessandria, è un elemento assolutamente anomalo, che rende necessario un approfondito percorso di analisi, per valutare l’impatto sul territorio in termini di salute e sicurezza, ma anche rispetto alle attività economiche esistenti. Complessivamente, ritengo che le aree alessandrine e piemontesi individuate siano assolutamente inidonee, e come Lega auspichiamo una riflessione pubblica e trasparente, con ampio coinvolgimento delle comunità locali. Non dimentichiamo infatti che nel Deposito saranno definitivamente smaltiti i rifiuti a molto bassa e bassa attività, ossia quelli che nell'arco di 300 anni raggiungeranno un livello di radioattività tale da non rappresentare più un rischio per l'uomo e per l'ambiente. Ma saranno stoccati temporaneamente anche i rifiuti a media e alta attività, ossia quelli che perdono la radioattività in migliaia di anni e che, per essere sistemati definitivamente, richiedono la disponibilità di un deposito geologico».

Commenta Fornaro, capogruppo di LeU: «L'individuazione di un unico sito per lo stoccaggio dei rifiuti nucleare crea allarme ed è stato quindi corretto ampliare i tempi per le osservazioni dei comuni e delle associazioni. Ed è giusto aprire un ampio confronto chiaro e trasparente nella seconda fase del seminario con gli enti locali e con i cittadini per l'individuazione del sito. Alla fine del procedimento attivato arrivare a definire un unico deposito nazionale dei rifiuti nucleare non sarà un compito semplice. Avere un unico luogo dove stoccare i rifiuti nucleari è giusto non soltanto dal punto di vista economico ma da quello della sicurezza. L'individuazione di questo sito deve essere fatta con trasparenza, chiarezza e partecipazione. Fondamentale sarà poi la fase di approfondimento che vedrà protagoniste le comunità, il territorio, le associazioni. Abbiamo proposto che tra i criteri per l'individuazione definitiva sia inserito un dato oggettivo: l'indice di pressione ambientale nel raggio di 20 km dal sito. Così come è giusto escludere dai siti idonei quelli con aree agricole di qualità, le aree Unesco con le relative buffer zone».

Le Organizzazioni agricole tirano un sospiro di sollievo, per il rischio di vedere vanificato anni di lavoro sul territorio e di eccellenze agricole. Dichiara il presidente regionale di Cia-Agricoltori Italiani Piemonte Gabriele Carenini: «La preoccupazione era molta: ovvio che laddove si insedia un sito del genere, non solo l’agricoltura ma tutto il territorio subisce un contraccolpo. La Mozione va a salvaguardare il Piemonte nella sua interezza, che negli ultimi anni ha già dato molto in termini ambientali, a cominciare dalle continue calamità naturali come le frequenti alluvioni».

Ora la palla passa al Governo, che dovrà recepire l'emendamento.

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